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sabato 23 settembre 2023

111. RICORDANDO LA VISITA ALL’HISTORISK-ARKÆLOGISK FORSØGCENTER DI LEJRE, DAL 2009 SAGNLANDET LEJRE, LA "TERRA DELLE LEGGENDE DI LEJRE", DANIMARCA

Il villaggio dell'Età del Ferro (CC Some rights reserved, Per Merstrup, 2004)

Tempo addietro la storica danese Mette Olsen mi introdusse gradatamente all'interno di uno straordinario esperimento scientifico “lungo” oltre trent'anni, allora ancora in corso. Archeologi, storici, medievalisti, artigiani del legno, del ferro, vasai e tessitori stavano infatti conducendo un'eccezionale sperimentazione nella quale, non solo “si ricostruisce” in base ai dati storico-culturali a disposizione, ma si cerca di arrivare a quelli anche attraverso la reale, quotidiana e pratica attuazione di tecnologie, attività - perfino comportamenti - risalenti fino all’età del ferro, e da quella al Medioevo ed oltre.

L'interno (ricostruito) della grande Sala Reale delle Feste Vichinga (CC Some rights reserved, Per Merstrup, 2022)  

Ecco, quindi, che in un movimentato paesaggio collinare, così atipico rispetto alla monotona e piatta morfologia danese, tra boschetti, paludi, laghetti e “strane” coltivazioni, sono state costruite abitazioni, fattorie e villaggi, vengono tessuti vestiti, forgiato il ferro (realizzando punte di freccia, lame di coltello e di spada, utensili), modellati vasi, ecc.…

Non meramente “replicando”, ma concretamente sperimentando la validità di teorie e di ipotesi scientifiche di tutto rispetto!

I risultati ottenuti sono invero notevoli. Ad esempio, gli abiti d’epoca vichinga o medievale nordica, fatti indossare ai manichini di diversi musei, tra cui quello Nazionale di Copenaghen, provengono proprio da qui. Essi sono la ricostruzione, scientificamente accurata, di tessuti e vesti recuperati dagli studiosi nell'area scandinava. Come il vestito maschile medievale trovato nella palude di Backsten (Halland, Svezia) o il lungo vestito femminile scoperto in una tomba a Lønne Heath, nei pressi di Varde (Jutland occidentale).

Campioni di vestiti dell'Età del Ferro (CC Some rights reserved, Per Merstrup, 2004)

Quella che avvicinai era - ed è - una sperimentazione “in progress”, che vede anche la partecipazione di singoli e di famiglie danesi, che con entusiasmo accettano di trascorrere un periodo di tempo cercando di vivere “allo stesso modo” dei loro antenati. 
Parimenti è molto ambita la partecipazione di studenti ai “campi scuola”, che annualmente vengono gestiti al suo interno.

Ma è anche una sperimentazione “aperta”, nel senso che continuamente, anno dopo anno, nell’ampio spazio attualmente disponibile, come in quelli di futura acquisizione, verranno testate altre affascinanti teorie e nuove ipotesi sul passato della Danimarca.

L'idea di un laboratorio en plein air, in cui si potessero effettuare studi, ricerche e sperimentazioni su materiali, costruzioni et alia, "replicati" dagli originali rinvenuti qua e là dagli archeologi, venne nel 1964 ad un collega antropologo, il danese Hans Ole-Hansen, particolarmente interessato all'età del ferro, il cui aspetto tecnologico era maggiormente noto agli addetti ai lavori. 

Proprio in Danimarca numerosi erano stati fino ad allora i reperti ritrovati, in particolare in paludi e acquitrini, appartenenti a questo lungo periodo dell'età dell'Uomo.

Per una migliore comprensione dell'epoca considerata va subito sottolineato come convenzionalmente gli studiosi danesi considerino età del ferro quella che va dal 500 a.C. al 1050 d.C.; un periodo lungo 1550 anni, che include l'età del ferro pre-romana (0), romana (400 d.C.), germanica (800 d.C.) e vichinga (1050).

Nel progetto, che gradatamente prese forma a Gammel Lejre, una zona a pochi chilometri ad ovest dal centro della storica città di Roskilde, nel Sjælland, in un primissimo periodo vi lavorò un'équipe danese unitamente ad una internazionale. 

La Fondazione Carslberg, un nome celebre in tutto il mondo per la sua ottima birra, e in Danimarca anche per la sua molteplice attività di propulsione culturale, finanziò i primi tre anni di attività.

Già nel 1967 i visitatori attirati da ciò che si andava facendo a Lejre furono ben 55.000. 

Un'affluenza, questa, superiore alle più rosee aspettative, che naturalmente consentì ai ricercatori, e a tutti coloro che avrebbero lavorato alla sperimentazione "aperta" di Lejre, di potersi in futuro tranquillamente autofinanziare (fino ai 2/3 del bilancio). La rimanente parte sarebbe venuta dalla comunità locale, fortemente interessata alla bontà del progetto, oltre che dallo stesso Stato danese.

Al tempo della mia visita, i visitatori raggiungevano il numero di 70/80.000 all'anno, 25.000 dei quali erano studenti. Molte erano anche le famiglie, che arrivavano con i loro bambini a Lejre.

Lo staff di coloro che lavorano nel Lejre Historisk-Arkælogisk Forsøgcenter (Centro Archeologico Sperimentale di Lejre), oggi Sagnlandet Lejre, in inverno conta solo una quindicina di membri. Nel periodo "buono" (da maggio ad ottobre) questo numero tende a incrementarsi notevolmente. Tanto da arrivare ad una media di 60/70 persone. 

Va ancora aggiunto come lo stesso Centro metta a disposizione finanziamenti per sperimentazioni in Archeologia. Al tempo della mia visita il direttore era uno zoologo e l'équipe di ricerca includeva due archeologi. Oltre a ceramisti, fabbri, tessitori, insegnanti di scuola elementare e media. 

Le ricerche tendono a rinnovarsi, ovviamente, di anno in anno. Anche in base ai nuovi ritrovamenti archeologici effettuati non solo in Danimarca. Vengono perciò costruite nuove abitazioni, si sperimentano altri utensili, nuove armi ecc., si testano ipotesi, condizioni, possibilità.

Ad esempio, all'interno di un villaggio risalente all'epoca del ferro, interamente costruito con attrezzi e tecniche mutuate dai reperti archeologici del periodo, è stata ricostruita la fattoria del Capo scavata ad Hodde, vicino a Varde (Jutland occidentale).

Il villaggio si trova all'interno di quello che può essere definito il "parco preistorico" di Lejre, sopra una bassa collina posta tra due laghetti: in tutto 5-6 case e 3-4 capanne. 

Sono infatti gli stessi archeologi, che hanno portato alla luce le fondazioni di case e insediamenti, che suggeriscono ai colleghi del Centro la loro possibile ricostruzione in scala naturale, in modo da poter verificare tutte le diverse ipotesi. 

Sono così presenti nel parco, ad esempio, ponies islandesi e si impiegano repliche di armi, sempre dell'età del ferro, i cui originali consunti dal tempo sono stati più volte scoperti nelle paludi cosiddette "sacre". Come quella di Illerup Ådal, nei pressi di Skanderborg (Jutland). 

Armi e cavalcature che caratterizzavano i kæmper ("giganti"), guerrieri dell'epoca che usavano sferrare attacchi fulminei contro fattorie e insediamenti.

A Lejre parlai con la famiglia dell'ingegnere Jakob Bjerre, un esperto in cemento armato. Era quella la loro prima settimana di soggiorno, ma il professionista conosceva il parco fin da bambino. Del resto era la terza volta che d'estate rimaneva a Lejre. Ci stava così bene che avrebbe potuto viverci per tre anni. Anche i suoi bambini erano molto contenti di poter condurre sia pure per poco tempo una vita diversa dal solito.

Era profondamente interessato all'età del ferro danese, una passione condivisa in pieno dalla moglie, un'insegnante che imparava a cucinare all'antica: pollo, minestra, cipolle, erbe. 

Campioni di cibi dell'Età del Ferro (CC Some rights reserved, Per Merstrup, 2004)
I cibi, mi disse, potevano essere preparati solo con ciò che si aveva a disposizione in quel luogo. 
D'altronde erano gli stessi ingredienti su cui i loro antenati avevano fatto affidamento… (nel centro, tra l'altro, si allevano pecore di Gotland, in grado di pascolare all'aperto tutto l'anno, oltre a mucche e, come abbiamo visto, anche i ponies islandesi).

Sarebbero stati lì ancora per un'altra settimana.

La Olsen mi riferì come nel corso della primavera numerose siano le telefonate e le lettere di persone che aspirano a compiere quest'inusuale esperienza. 

Alcuni vi giungono addirittura per la sesta o settima volta, ma per la maggior parte di essi sarà solo la prima…Tutti indistintamente sono alla ricerca delle proprie lontanissime radici. 

Tutti cercano di conoscere ciò che i loro antenati facevano 2-2500 anni fa!

Hørhaven, una moderna fattoria risalente al 1850, si trova nell'angolo di nord ovest dell'immenso terreno del Centro. Essa è composta da due case, anch'esse repliche costruite nel 1979, i cui originali provenienti da Tystrup sono esposti nel Museo all'aperto di Lyngby.

Le abitazioni sono state realizzate così accuratamente che le persone che ci vivevano si sono trovate "a casa loro" allorché visitarono il centro.

La presenza della fattoria cerca di dimostrare come lo iato che c'è tra l'età del ferro e il 1850 risulti inferiore rispetto a quello che esiste tra il 1850 e oggidì. 

Nella fattoria così si sperimenta, sempre con l'aiuto di volontari, che vi risiedono a turno per una quindicina di giorni, la vita giornaliera di agricoltori e artigiani di 150 anni fa.

Prima di giungere nella fattoria mi interessai a quanto si faceva in una fucina del XIX secolo. Qui si producono utensili ed armi medievali e vichinghe (coltelli, asce, ecc.) per esibirle nei musei danesi. 

Tutti gli oggetti metallici non originali esposti, chiodi compresi, provengono da qui. A quel tempo vi lavorava un moderno fabbro, il venticinquenne Aron Hvid di Roskilde. Su un totale di nove anni di lavoro, cinque li aveva passati a Lejre (37 ore alla settimana), dove cercava di impossessarsi dell'arte e della tecnica dell'antica forgiatura. 

Nell'attiguo laboratorio di ceramiche incontrai Inger Hildebrandt, una ceramista che con abilità riproduceva i vasi neri (jydepotte), cioè creati utilizzando argilla micacea e sabbia. 

Gli stessi che a centinaia di migliaia all'anno venivano prodotti in Danimarca nei secoli XVIII e XIX.

A quanto mi fu dato di apprendere, sembra che il centro archeologico di Lejre avesse alcuni imitatori nella stessa Danimarca. 

In realtà solo apparentemente, poiché gli altri centri (Nykobing-Falster - Middelalder Centret -, Trelleborg, Slagelse) sono interessati più ad esporre, che ad effettuare indagini scientifiche



 

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