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martedì 21 gennaio 2025

43 BIS. AI CONFINI D’EUROPA. VIAGGIO-RICERCA NELL’ISLANDA DEI VULCANI, DEI GHIACCIAI, DELLE SAGHE, DEL MONDO VICHINGO: INTRODUZIONE

 

Mappa dell'Islanda con l’itinerario seguito dall'A. Meno evidente è la linea che indica la rotta aerea tra Reykjavík e l'arcipelago delle Vestmannaeyjar, a sud-ovest dell'isola
 
Cosa c'è nel libro:

1.PREMESSA; 2. INTRODUZIONE ALL'ISLANDA. PARTE PRIMA: NATURA; 3. INTRODUZIONE ALL'ISLANDA. PARTE SECONDA: CULTURA; 4. REYKJAVÍK, UN'OASI NEL DESERTO DI GHIACCIO; 5. REYKJAVÍK: DA FATTORIA VICHINGA A CAPITALE DELLA REPUBBLICA ISLANDESE; 6. ÁRBÆJARSAFN, IL MUSEO ALL’APERTO DI REYKJAVÍK; 7. IL ÞJÓÐMINJASAFNIÐ ÍSLANDS, Il MUSEO NAZIONALE ISLANDESE; 8. NÁTTÚRUFRÆÐISTOFNUN ÍSLANDS, IL MUSEO DI STORIA NATURALE DI REYKJAVÍK E I PINGUINI DELL'EMISFERO SETTENTRIONALE; 9. LA CITTA’ DI HAFNARFJÖRÐUR E LO SJÓMINJASAFN ÍSLANDS, IL MUSEO MARITTIMO ISLANDESE; 10. SECOLI DI "GUERRA DEL MERLUZZO" TRA INGLESI E ISLANDESI NELL'ATLANTICO DEL NORD; 11. LO SNÆFELLSNESJÖKULL, PUNTO DI PARTENZA DELLE IMPRESE VICHINGHE IN TERRA AMERICANA; 12. I VULCANI HELGAFELL E ELDFELL A HEIMAEY, ARCIPELAGO DELLE ISOLE VESTMANNAYJAER: CRONACA DI UNA DRAMMATICA ERUZIONE ISLANDESE "A LIETO FINE"; 13. LA GRANDE FESTA POPOLARE DI ÞHJÓÐHÁTÍÐ, HEIMAEY; 14. SURTSEY, L'ISOLA VENUTA DAL MARE; 15NEL “TRIANGOLO D’ORO” ISLANDESE; 16. SKÁLHOLT, PRIMA SEDE EPISCOPALE DELL’ISOLA; 17. L'HEKLA: LA "PORTA" MEDIEVALE DELL'INFERNO; 18. NELL'ISLANDA MERIDIONALE, LA TERRA DELLE SAGHE E I VULCANI EYJAFJÖLL E KATLA; 19. LA CATASTROFICA ERUZIONE DEL LAKI DEL 1783-84 RISCHIÒ DI FAR SGOMBRARE L'INTERA ISOLA; 20. SOTTO IL VATNAJÖKULL SI NASCONDE LA POTENZA DISTRUTTIVA DI TRE VULCANI; 21. VIAGGIO AL CENTRO DELL’ISLANDA SULLA RING ROAD, DALLA COSTA MERIDIONALE AL LAGO MYVATN; 22. SPEDIZIONE NELLA REMOTA REGIONE ISLANDESE DELL'ASKJA: DA SECOLARE RIFUGIO DEI FUORILEGGE A PALESTRA DEGLI ASTRONAUTI STATUNITENSI DELL'APOLLO; 23. NELLA STORIA DELLE ESPLORAZIONI SCIENTIFICHE DUE MISTERI "GEOLOGICI" TRA EUROPA E AFRICA; 24. UNA "DISCESA" NELL'INFERNO DANTESCO DEL VULCANO KRAFLA IL LAGO MÝVATN. LA CASCATA DI GOÐAFOSS; 25. ALLA SCOPERTA DELLA CITTA’ DI AKUREYRI, CARATTERIZZATA DA UN MICROCLIMA PARTICOLARMENTE MITE PER GLI STANDARD DELL'ISOLA; 26L’ISOLAMENTO GEO-STORICO DELL’ISLANDA; 27. VIAGGIATORI IN ISLANDA (XV-XVIII SECOLO); 28. VIAGGIATORI IN ISLANDA DEL XIX SECOLO; 29. ALL’INIZIO DEL XIX SECOLO GIUNGE UN VIAGGIATORE INVERO “SINGOLARE”: È HANS JONATAN, PRIMO UOMO DI COLORE IN ISLANDA; 30RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI; 31MINI-GLOSSARIO GEOGRAFICO

... 

L'ISLANDA

 Tra le isole e gli arcipelaghi inclusi nel mio Programma sulle Comunità Marittime dell’Atlantico Settentrionale avevo previsto un’indagine in un’isola-Stato, l’Islanda, appunto. 

Lavoro che avrebbe dovuto rappresentare lo sfondo, una sorta di “cornice-inventario” entro cui innestare una “ricerca sul campo” mirata, da realizzare nella piccola comunità di Heimaey, nell’omonima isola.

   L’Islanda è terra recente. 

Emergendo ca. 16 milioni di anni fa. 

Ed è paese giovane anche dal punto di vista politico. 

Non solo per l’indipendenza, conquistata non molti decenni addietro (1944).

 Prima dell’arrivo dei Vichinghi nell’874, l’isola era totalmente disabitata. 

Nei secoli il numero degli abitanti doveva fluttuare, e di molto.

 Anche a causa di una pressoché interminabile serie di catastrofi indotte dal rigido, spesso pericolosissimo, habitat. 

Tanto che alla fine del XVIII secolo la Danimarca pensò seriamente che sarebbe stato meglio far evacuare tutti gli abitanti superstiti dell’isola. 

Trasferendoli nella penisola continentale dello Jutland.

   Oggi lo sviluppo è totalmente incentrato sulla pesca, oltre che sullo sfruttamento delle risorse energetiche rinnovabili (le sorgenti naturali di acqua calda). 

A partire dalla metà del XX secolo, pesca e attività industriali correlate sono diventate la principale risorsa economica.

   Dal punto di vista linguistico, l’islandese ha mantenuto la sua forma originaria, cioè quella norvegese arcaica, nonostante il paese sia stato governato dalla Danimarca dal 1380 al 1918. 

Infatti la lingua è rimasta virtualmente non influenzata.

 La purezza della forma è stata assicurata grazie all’isolamento geo-spaziale e ad una solida tradizione letteraria. 

Ancora oggi l’Islandese differisce poco dal Vecchio Norvegese.

 Tanto che gli islandesi possono facilmente leggere le Edda medievali e le saghe. 

Perfino il glossario tende a rimanere puro. 

Poiché, a partire dal XVIII secolo, si è sempre accuratamente cercato di prevenire l’utilizzo di termini stranieri. 

Del resto oggi si tende ad evitare l’uso di terminologie scientifiche e tecnologiche comunemente diffuse in tutto il mondo. 

Rifiutando la globalizzazione lessicale, si adottano vocaboli alternativi originati da pre-esistenti forme islandesi. 

O se ne creano di nuovi, sempre però rispettosi delle antiche radici linguistiche.

IN SINTESI IL PROGETTO 

   Nella stesura del progetto a tavolino, il primo problema da risolvere è stato quello della mega-dimensione dell’Islanda, rispetto a quello che era sempre stato lo standard delle “mie” precedenti isole...

 Complicazione superata attraverso la ricerca intensiva ad Heimaey, che ha evitato di frammentare l’indagine in tanti mini-surveys tra località diverse. 

Inoltre, sia pure con un certo grado di inevitabile approssimazione, la comprensione delle realtà umane e culturali, etno-storiche e ambientali, naturalistiche e paesaggistiche dell’Islanda è stata avvicinata con una successiva ricognizione, sia pure a volo d’uccello, dell’isola. 

Servendomi della Ring Road (la Hringvegurinn), la strada statale n. 1, che gira intorno all’isola, ho infatti realizzato un lungo e complesso itinerario, che ha toccato località e comunità, che hanno costituito un importante complemento e integrazione della principale indagine di Heimaey. 

Ricognizione a sua volta preceduta dalla “visita” della capitale e delle regioni immediatamente a nord e a sud di Reykjavík.

                                            HEIMAEY

  Heimaey, nell’isola omonima, appartiene al gruppo delle Vestmannaeyjar (le "isole degli uomini occidentali", cioè gli schiavi di origine irlandese), localizzate al largo dell’Islanda centro-meridionale. 

Comunità scelta per le particolari caratteristiche geo-storiche e demografiche e per l’importanza che riveste nel panorama economico dello stato. 

E dire che gli isolani l’avevano dovuta forzatamente evacuare nel 1973 per un’improvvisa e drammatica eruzione vulcanica.

   La comunità presenta ancora altri motivi di interesse. 

Ad esempio dal punto di vista storico ricordo la "fondatrice" presenza degli schiavi irlandesi. 

Oppure le successive, inquietanti, distruttive, ripetute nel tempo, razzie dei corsari inglesi, che a partire dalla metà del XVI secolo vi si stabilirono per oltre un secolo. 

Fortificando con cura il loro insediamento. 

Fino a che furono scacciati dai commercianti danesi. 

E che dire delle incursioni dei pirati-corsari nord-africani (1627)?

   Infine, quale punto di osservazione migliore di quest’arcipelago si può individuare, in una terra, che sappiamo essere "relativamente" giovane geologicamente e tuttora in formazione? 

Pur non essendo un cultore delle scienze della terra, nello stesso tempo ero consapevole del fatto che tutte le sue diverse connotazioni geologiche e geo-topografiche non potevano, nei secoli, non aver inciso intimamente sul comportamento stesso dei suoi abitanti che, tra l’altro, nel 1963 furono attoniti spettatori della creazione di una nuova terra. 

Un’altra isola, che gradatamente prenderà forma sotto i loro occhi per l’eruzione (durata quattro anni) di un vulcano sottomarino.

 L’isola sarà chiamata Surtsey

Oggi ha una superficie di 3 Kmq e un’altezza massima di 150 m.

COSA TROVIAMO NEL LIBRO

   Premesso che tre capitoli sono dedicati ad Heimaey e all’arcipelago delle Vestmannaeyjar, il libro presenta vari spunti di interesse, non solo dal punto di vista storico ed etno-antropologico. 

Mucche al pascolo con lo Snæfellsnesjökull finalmente visibile sullo sfondo (© Franco Pelliccioni)
Può essere visto, ad esempio, come un tour a tema vulcanico che, partendo dallo Snæfellsnesjökull, reso celebre da Verne nel suo Viaggio al centro della terra, dà modo al lettore di “avvicinare” altri dieci vulcani attivi (la metà di quelli esistenti nell’isola), uno dei quali sta ancora eruttando dall’agosto del 2014.

 Vulcani di cui, in un passato più o meno remoto, bastava solo pronunciarne il nome per venirne terrorizzati: Hekla, Laki, Askja

O come il Grímsvötn o l’Eyjafjökull, che ben più recentemente hanno provocato ingenti danni a terra e sconvolto per mesi, con le loro nubi di cenere, le rotte aeree euro-americane...

Naturalmente è anche un viaggio in un mondo vichingo

Dove, grazie ai racconti delle saghe, possiamo ancora rintracciare luoghi e fattorie che hanno visto sia lo svolgersi delle azioni di “eroi culturali”, che l’insediamento dei coloni nordici in uno dei luoghi più duri e pericolosi del globo. 

Una terra poi che, dopo aver perso la propria indipendenza ed essere diventata una colonia, verrà trascurata e quasi “abbandonata” dalla madre patria, prima norvegese, poi danese. 

Diventando terra di conquista di pirati e schiavisti nordafricani e di corsari europei

Successivamente dominata da un avido monopolio commerciale senza scrupoli. 

Un’Islanda che per buona parte dell’anno resterà completamente isolata dal mondo

Spesso priva del necessario e dell’indispensabile per sopravvivere in un ambiente così drammaticamente ostile. 

Spietatamente più volte battuta da carestie, terremoti, eruzioni vulcaniche, finanche da una plurisecolare “Piccola Era Glaciale”...

   Visiteremo tre tra le città più interessanti d’Europa, anche dal punto di vista naturalistico. 

Un tempo autentici “rifugi” per la gente. 

Oggi “isole” naturalistiche circondate da fiumi e mari di lava: la capitale Reykjavík, l’attigua Hafnarfjördur, la nordica “simil-tropicale” Akureyri.

   Entreremo all’interno di quattro tra i più prestigiosi musei islandesi, incontrando perfino un pinguino del nord... 

Ma anche il “re merluzzo” sarà più volte oggetto di trattazione. Soprattutto quando sarà in grado di far scoppiare un’inconsueta guerra subartica

Ma sarà ancora la natura, spesso a braccetto con la storia, a fare sempre e comunque da padrona di casa. 

Perché, dove poteva essere situato l’Althing, il Parlamento degli Uomini Liberi vichinghi, se non laddove la gigantesca frattura tra la zolla continentale europea incontra quella americana? 

E che dire di quelle meravigliose straordinarie cascate di Gullfoss e Goðafoss, che nulla hanno da invidiare a quelle del Niagara?

  Poi, senza soluzione di continuità, storia, letteratura e tradizione si compenetreranno tra loro, alimentandosi a vicenda. 

Allorché si parlerà di personaggi come il bandito e fuorilegge Eirík il Rosso, un pluriassassino che ha fatto, incredibile a dirsi, perfino la Grande Storia

Spinto altrove, poiché esiliato dall’isola a causa delle sue nefandezze a ripetizione, sarà lui a scoprire una Groenlandia da colonizzare. 

Poi il figlio Leif, ricevuto dal padre il “testimone”, si porterà fino a Vínland, in un’America ancora precolombiana...

   Nelle pagine di questo libro non ci faremo mancare proprio nulla.

 Scopriremo, così, l’esistenza di un mostro omologo allo scozzese Nessie, come di pericolosissimi passi montuosi da superare

   “In diretta” attraverseremo in automobile il remoto e desertico centro dell’Islandapasseggiando poi, un brivido dopo l’altro (non solo per il continuo passare dal gelo al caldo), nel cratere di un vulcano capace di eruttare in qualsiasi momento

  Organizzeremo una mini-spedizione nel lunare vulcano Askja, dove apprenderemo della passata presenza degli astronauti dell’Apollo, come di misteriose sparizioni. 

   Ci imbatteremo in una Pompei in miniatura, la fattoria di Stöng dissepolta dalla cenere eruttata nel 1104 dall’Hekla e di come un’ascia ereditata, che era appartenuta al suo antico bóndi, abbia realizzato dall’altra parte dell’Atlantico, a distanza di circa duecento anni, le rune che decenni prima avevo osservato all’interno della straordinaria tomba ipogea di Maeshowe

   Lasceremo l’antica fattoria di Núpsstaður, non come si è sempre fatto per secoli, cioè a dorso di un pony islandese con l’aiuto delle guide della fattoria, e attraverseremo lo Skeiðarársandur, un'immensa pianura alluvionale (sandur) “tra le aree maggiormente desolate del mondo abitato”.

Ma c’è ancora dell’altro, che lascio ovviamente alla curiosità e all’interesse del lettore. 

Non senza infine ricordare come, tra i viaggiatori del passato, che si avventurarono in questa terra ai confini dell’Europa, c’è persino l’«uomo che volle diventare Re»...

Da: AI CONFINI D’EUROPA. VIAGGIO-RICERCA NELL’ISLANDA DEI VULCANI, DEI GHIACCIAI, DELLE SAGHE, DEL MONDO VICHINGO

E-Book, versione cartacea a colori e in bianco e nero, I e II ediz., 297 pp., 150 note, Bibliografia, Mini-Glossario geografico, 346 immagini, di cui 304 a colori (284 sono dell'A.)

 




https://www.amazon.it/dp/1790378923


SOMMARIO

1.PREMESSA 

1.1 La Ricerca Antropologica 

1.2 Il “case-study” ad Heimaey 

1.3 I side-surveys islandesi 

1.4 Il side-survey groenlandese 

1.5 Il Libro 

1.6 Infine, un più che doveroso riconoscimento 

2. INTRODUZIONE ALL'ISLANDA. PARTE PRIMA: NATURA 

3. INTRODUZIONE ALL'ISLANDA. PARTE SECONDA: CULTURA 

3.1 Il “carattere nazionale” islandese 

3.2 La lingua 

3.3 La pesca e l’introduzione di imbarcazioni per la pesca in alto mare: la prima rivoluzione culturale 

3.4 L’Età della Vela e la pesca a squali e merluzzi 

3.5 Pre-urbanizzazione: nascita e sviluppo dei centri urbani costieri 

3.6 Le comunicazioni 

3.7  L’urbanizzazione

3.8 Il ruolo della fattoria

3.9 La crisi economica del 2008 colpisce duramente anche l’Islanda 

3.10 Un imprevedibile paese che non può che affascinare il viaggiatore

4. REYKJAVÍK, UN'OASI NEL DESERTO DI GHIACCIO 

4.1 L’arrivo nell’isola 

4.2 Nella capitale Reykjavík, “rifugio” degli islandesi 

4.3 Un’interessante e, per certi versi, imprevista relazione natura-cultura all’interno del tessuto urbano 

5. REYKJAVÍK: DA FATTORIA VICHINGA A CAPITALE DELLA REPUBBLICA ISLANDESE 

5.1 Il centro storico 

5.2 Da fattoria a villaggio 

5.3 Il porto, ieri e oggi 

5.4 L’antico monopolio danese e il commercio 

5.5 Prosegue la visita della città 

6. ÁRBÆJARSAFN, IL MUSEO ALL’APERTO DI REYKJAVÍK 

6.1 I musei all’aperto del Nord Europa 

6.2 Storie di vita ordinarie e “particolari” provenienti dal passato urbano 

6.3 Il villaggio 

6.4 La campagna 

6.5 Imbarcazioni e macchine 

7. IL ÞJÓÐMINJASAFNIÐ ÍSLANDS, Il MUSEO NAZIONALE ISLANDESE 

7.1 Il Museo islandese per antonomasia

7.2 Storia del Museo. Gli inizi 

7.3 La collezione permanente 

7.4 L’Etnografia 

8. NÁTTÚRUFRÆÐISTOFNUN ÍSLANDS, IL MUSEO DI STORIA NATURALE DI REYKJAVÍK E I PINGUINI DELL'EMISFERO SETTENTRIONALE 

8.1 Alla ricerca di un particolare “pinguino” 

8.2 Storia dell’alca gigante 

8.3 Lo sterminio di una razza dopo tre secoli di caccia senza pietà 

8.4 In Islanda gli ultimi esemplari di alche giganti verranno abbattuti nel 1844 

9. LA CITTA’ DI HAFNARFJÖRÐUR E LO SJÓMINJASAFN ÍSLANDS, IL MUSEO MARITTIMO ISLANDESE 

9.1 Viaggiando oggi sulle strade islandesi 

9.2 Nell’Islanda sud-occidentale: il Museo Marittimo Islandese 

9.3 La città di Hafnarfjörður 

9.4 Il porto di Hafnarfjörður 

9.5 Il Museo Marittimo 

10. SECOLI DI "GUERRA DEL MERLUZZO" TRA INGLESI E ISLANDESI NELL'ATLANTICO DEL NORD 

10.1 Una singolare guerra nordica

10.2 I precedenti storici 

10.3 La pesca oggi e il Sjómannadagurinn 

11. LO SNÆFELLSNESJÖKULL, PUNTO DI PARTENZA DELLE IMPRESE VICHINGHE IN TERRA AMERICANA 

11.1 Il vulcano islandese celebrato dalla narrazione del grande Jules Verne

11.2 Alla ricerca di una vecchia stazione baleniera 

11.3 Una doverosa sosta nel sito di Eiríksstaðir, dove scavi archeologici hanno riportato alla luce la fattoria di Eirík il Rosso 

11.4 Alle falde settentrionali del vulcano la base di partenza delle navi vichinghe verso la “Terra Verde” 

11.5 Lo Snæfellsnesjökull 

11.6 Viaggiando sul lato meridionale del vulcano 

12. I VULCANI HELGAFELL E ELDFELL A HEIMAEY, ARCIPELAGO DELLE ISOLE VESTMANNAYJAER: CRONACA DI UNA DRAMMATICA ERUZIONE ISLANDESE "A LIETO FINE" 

12.1 L’ultima comunità marittima interessata dal mio Programma nord-atlantico 

12.2 Un’improvvisa eruzione vulcanica in grado di annichilire l’isola e i suoi abitanti 

12.3 Le Vestmannaeyjar e l’isola di Heimaey: cenni geo-storici-economici 

13. LA GRANDE FESTA POPOLARE DI ÞHJÓÐHÁTÍÐ, HEIMAEY 

13.1 Storia di una straordinaria festa isolana, che ha una sua vita autonoma e “parallela” accanto a quella nazionale del 1874. I prodromi di fine XIX secolo. 

13.2 Þhjóðhátíð, la “Festa della Gente” oggi nell’isola di Heimaey 

13.3 Nell’Herjólfsdalur 

14. SURTSEY, L'ISOLA VENUTA DAL MARE 

14.1 L’arcipelago islandese meridionale delle Vestmannaeyjar dal 1963 conta un’isola in più: Surtsey 

14.2 “L’isola che c’è”: l’isolotto di Surtsey oggi, uno straordinario laboratorio all’aperto geologico e naturalistico 

14.3 “L’isola che non c’è”: iI precedente mediterraneo del XIX secolo (poi scomparso) e ciò che in un futuro, più o meno remoto, potrebbe accadere sempre nei nostri mari con il Marsili... 

15. NEL “TRIANGOLO D’ORO” ISLANDESE

15.1 Introduzione 

15.2 Nel “triangolo d’oro” islandese 

15.3 “Gli islandesi non hanno re, hanno solo la legge” (1075)

15.4 I geysers... di Geysir, la cascata di Gullfoss 

16. SKÁLHOLT, PRIMA SEDE EPISCOPALE DELL’ISOLA 

16.1 La cattedrale di Skálholt 

16.2 Storia di un autorevole e potente vescovado “ai confini del mondo” 

16.3 La Riforma 

16.4 Lo straordinario ruolo esercitato nel campo culturale da Skálholt e Hólar 

16.5 “Il miracolo islandese”: il diffuso interesse degli isolani per la storia, le tradizioni, la letteratura orale e, poi, scritta, la conoscenza in genere 

16.6 La letteratura scritta 

17. L'HEKLA: LA "PORTA" MEDIEVALE DELL'INFERNO 

17.1 L’Hekla, un’introduzione storica 

17.2 Viene scalato l’«orribile» vulcano 

17.3 L'Hekla e la “Pompei” islandese: la fattoria vichinga di Stöng 

18. NELL'ISLANDA MERIDIONALE, LA TERRA DELLE SAGHE E I VULCANI EYJAFJÖLL E KATLA 

18.1 Percorrendo la Ring Road, che si allunga parallela tra l’oceano e i massicci dell’Eyjafjökull e del Mýrdalsjökull, sotto i quali si celano altri due vulcani

18.2 Il vulcano Katla e l’eruzione dell’Eyjafjöll del 2010 

18.3 Il viaggio prosegue lungo la costa, tra riserve naturali, stupefacenti scogliere, territori abitati da elfi e trolls 

18.4 Il grandioso e naturale palcoscenico, dove un millennio fa si andarono dipanando le vicende scrupolosamente raccontate nella Saga di Njáll

19. LA CATASTROFICA ERUZIONE DEL LAKI DEL 1783-84 RISCHIÒ DI FAR SGOMBRARE L'INTERA ISOLA 

19.1 I "Fuochi dello Skaftafell" e la “Grande Catastrofe” dell’Islanda di fine XVIII secolo 

19.2 Si studia di evacuare tutti gli abitanti dell’Islanda 

19.3 Nei secoli terremoti, eruzioni, carestie, perfino una “Piccola Era Glaciale” incisero profondamente sulla vita degli abitanti dell’isola 

19.4 Kirkiubæjarklaustur 

20. SOTTO IL VATNAJÖKULL SI NASCONDE LA POTENZA DISTRUTTIVA DI TRE VULCANI 

20.1 Preambolo 

20.2 Nella regione dell'Austur-Skaftafellssýsla

20.3 Skaftafell nei secoli XIV-XX 

20.4 La spedizione dell’Università di Nottingham degli anni 1950

20.5 I tre vulcani: il Bárðarbunga, il Grímsvötn, l'Öræfajökull 

20.6 Solcando le acque della splendida laguna dello Jökulsárlón 

21. VIAGGIO AL CENTRO DELL’ISLANDA 

SULLA RING ROAD, DALLA COSTA MERIDIONALE AL LAGO MYVATN 

21.1 La “visione” del Vatnajökull e la “quasi scalata” da brivido del Passo dell’Almannaskarð 

21.2 Si torna sulla costa 

21.3 Verso Egilsstaðir e il lago dell’omologo islandese di Nessie 

21.4 Il lago Mývatn 

22. SPEDIZIONE NELLA REMOTA REGIONE ISLANDESE DELL'ASKJA: DA SECOLARE RIFUGIO DEI FUORILEGGE A PALESTRA DEGLI ASTRONAUTI STATUNITENSI DELL'APOLLO

23. NELLA STORIA DELLE ESPLORAZIONI SCIENTIFICHE DUE MISTERI "GEOLOGICI" TRA EUROPA E AFRICA 

23.1 Preambolo 

23.2 Ecco i fatti in ordine cronologico riguardanti il primo mistero 

23.3 Eccoci ora al nostro secondo mistero 

24. UNA "DISCESA" NELL'INFERNO DANTESCO DEL VULCANO KRAFLA

IL LAGO MÝVATN. LA CASCATA DI GOÐAFOSS 

24.1 Passeggiando all’interno del Leirhnjúkur, uno dei crateri del Krafla 

24.2 Il vulcano Krafla 

24.3 Il lago Mývatn 

24.4 La cascata di Goðafoss 

25. ALLA SCOPERTA DELLA CITTA’ DI AKUREYRI, CARATTERIZZATA DA UN MICROCLIMA PARTICOLARMENTE MITE PER GLI STANDARD DELL'ISOLA 

25.1 In avvicinamento ad Akureyri 

25.2 Si entra in città 

25.3 Visitando la città

25.4 Cenni storici 

26. L’ISOLAMENTO GEO-STORICO DELL’ISLANDA 

26.1 L’isolamento geografico 

26.2 Le vicissitudini storico-politico-economiche. L’Islanda terra coloniale

26.3 Il “secolo inglese” (XV)

26.4 Il secolo “germanico” (XVI) 

26.5 Il monopolio danese (secoli XVII e XVIII) 

26.6 Epidemie, rigori climatici, terremoti, eruzioni vulcaniche 

26.7 La Grande Catastrofe e la Carestia della Nebbia. Si pensa allo sgombero totale degli isolani 

26.8 Inizia l’emigrazione verso sud e nord America 

26.9 Timidi interventi danesi a favore dell’Islanda 

27. VIAGGIATORI IN ISLANDA (XV-XVIII SECOLO) 

27.1 XV secolo 

27.2 XVI secolo

27.3 XVII secolo

27.4 XVIII secolo 

28. VIAGGIATORI IN ISLANDA DEL XIX SECOLO 

28.1 Prima Parte: 1800-1855 

28.2 Seconda Parte: 1856-Fine secolo 

29. ALL’INIZIO DEL XIX SECOLO GIUNGE UN VIAGGIATORE INVERO “SINGOLARE”: È HANS JONATAN, PRIMO UOMO DI COLORE IN ISLANDA 

29.1 Premessa 

29.2 Djúpivogur 

29.3 La vita 

29.4 In Islanda

29.5 Un moderno Íslendingabók, tra genetica, antropologia e storia 

30. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 

31. MINI-GLOSSARIO GEOGRAFICO

...

TUTTI I DATI (ECONOMICI, STATISTICI, DEMOGRAFICI, ETNOGRAFICI, ECC.) CONTENUTI NEI MIEI LIBRI SONO STATI ACCURATAMENTE VERIFICATI, INTEGRATI E AGGIORNATI AL MOMENTO DELLA LORO PUBBLICAZIONE. 

 




lunedì 20 gennaio 2025

39.BIS GRANDI RAIDS AUTOMOBILISTICI DELLA STORIA: QUANDO L’AVVENTURA SI FA LEGGENDA. LA PECHINO-PARIGI E LE “CROCIERE” CITROËN, TRA AFRICA, ASIA E AMERICA DEL NORD

 

La consegna ufficiale della prima posta transahariana (7 gennaio 1923), dopo 20 giorni e quindici tappe di viaggio attraverso il deserto

[a Timbuctú, la “misteriosa”. La favolosa città nel deserto del Sahara, uno dei più affascinanti miti che abbia avuto l'umanità: Crociera delle Sabbie - Citroën -, Mission Tuggourt-Timbuctú, 1922-23]

PREMESSA

La corsa automobilistica Pechino-Parigi, di inizio XX secolo (1907),  scaturisce agli albori dell’automobilismo da un’inverosimile scommessa lanciata attraverso le pagine di un giornale parigino. 

Si cercano persone temerarie in grado di fare 16.000 chilometri tra Europa e Asia sulle loro macchine tonanti. 

Aprendosi la via attraverso montagne, deserti e foreste. 

Una scommessa che vedrà protagonisti gli italiani Scipione Borghese e Luigi Barzini senior.

Quattro, invece, sono i raids automobilistici ideati dal fondatore della casa automobilistica francese Citroën nell’arco di una dozzina d’anni (1922-1934). 

Effettuati tra Africa, Asia, Nord America. Raids ufficialmente chiamati con i nomi delle località o delle regioni raggiunte. 

In un secondo tempo quelle straordinarie imprese, ben presto entrate di diritto nella leggenda, saranno denominate Crociere, dopo aver osservato come si muovevano i semicingolati (autochenillesCitroën impiegati. 

Autoveicoli che ondeggiavano, attraverso le sabbie di uno dei più terribili deserti sahariani, con movenze assai simili a quelle di un incrociatore in navigazione nelle burrascose acque del mare o di un oceano…

Quattro saranno le crociere Citroën: delle Sabbie (transahariana), Nera (transafricana), Gialla (transasiatica), Bianca

   Qui è d’uopo fermarsi. 

Perché è l’unica a non essere entrata nella leggenda. 

Avendo fallito miseramente, per due volte, l’obiettivo canadese: sia quello autentico (a carattere geo-esplorativo), che quello fittizio. 

Da immortalare nella celluloide, per essere offerto al pubblico da una star della fotografia hollywoodiana, già Premio Oscar per il celeberrimo film Tabù, a cui un ventennio dopo andrà ad aggiungersi quello per Mezzogiorno di Fuoco.

Successivamente all’A., mentre è attento, come un coscienzioso artigiano, a redigere questo libro: tessera dopo tessera, itinerario dopo itinerario, avvenimento dopo avvenimentoecco apparire qualche luce, ma anche le numerose ombre che avvolgono chi, sia pure dalla parte sbagliata, è comunque “entrato” nella leggenda, grazie alla Crociera Bianca.

Ma certo, è proprio Charles Bedaux, il suo ideatore franco-statunitense! 

Straricco tycoon, geniale inventore, imprenditore di successo, amico di re e di Hitler, che collaborerà con i nazisti, sarà perciò arrestato dagli alleati e…

LA PECHINO PARIGI

   Ma torniamo all’inizio, alla Pechino-Parigi

Un exploit, quello dell’Itala della coppia Borghese (nobile e avventuroso giramondo) e Barzini (“Maestro” del giornalismo), che in 44 giorni di viaggio effettivi arriverà prima a Parigi.

L’arrivo dell’Itala al Bois de Vincennes di Parigi, 10 agosto 1907

Partendo dalla concessione francese di Tien Tsin, nei pressi di Pechino. Superando montagne, deserti, steppe, foreste e impedimenti di ogni natura. 

Riuscendo a battere i concorrenti (quei pochi rimasti…), nonostante Borghese da Mosca abbia voluto effettuare una deviazione di ben mille chilometri, per assistere ad un gran ballo a San Pietroburgo.

LE CROCIERE CITROEN

   La prima delle Crociere Citroën è quella delle Sabbie del 1922-23.

 Macchine semicingolate, al comando dei due leaders Haardt e Audouin-Dubreuil, dal nord algerino si avventurano per la prima volta nel Sahara, che superano. 

Giungendo fino nella mitica Timbuctù. 

Attraversando dapprima il “paese della paura”, l’Hoggar, patria dei famosi Tuareg, i nomadi blu del deserto. 

Poi inoltrandosi nel “paese della sete”, alias il “deserto dei deserti”: il famigerato Tanezrouft

Dove nei secoli carovane intere sono scomparse nel nulla, senza aver potuto raggiungere la “sponda” opposta. 

Infine oltrepassando il grande fiume Niger. 

In tal modo per la prima volta hanno collegato il Mediterraneo all’Africa Occidentale francese, cioè il Tell al Sahel.

Un raid ben presto diventato leggendario, ma che quasi subito dovrà fare un passo indietro. 

Per lasciare il posto ad una nuova avventura e ad ancora una nuova probabile leggenda: quella della Crociera Nera (1924-25), sempre realizzata da un convoglio di macchine semicingolate Citroën e diretta dalla coppia Haardt e Audouin-Dubreuil.

   Questa volta l’obiettivo non si “riduce” al solo, sia pure immenso quanto vogliamo, deserto sahariano. 

Perché si vuole addirittura attraversare l’intera l’Africa, da ovest ad est, da nord a sud. 

Per raggiungere, infine, la remota isola del Madagascar. 

Particolare attenzione verrà prestata alla composizione della squadra, i cui membri si dovranno impegnare in una difficile missione esplorativa, etno-antropologica, artistica e di documentazione foto-cinematografica. 

Inoltre sembra pure lapalissiano che, avendo una portata continentale, la spedizione andrà incontro ad un caleidoscopio di avventure ed accadimenti, che il lettore passo passo potrà conoscere.

Locandina per la Serata di Gala del film La Crociera Nera (22 aprile 1926) nel Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles, alla presenza dei reali del Belgio, Alberto I ed Elisabetta

   Ça va sans dire: ecco la nuova “leggenda che cammina” e che andrà a prendere più che degnamente il posto di quella precedente.

 Non per niente, mentre l’autochenille chiamata Scarabeo d’oro (“ammiraglia” della precedente spedizione transahariana) era stata esposta a Parigi nel “modesto” Musée dell’Armée, questa volta la si potrà ammirare, assieme al materiale collezionato in Africa, nel ben più reale Louvre

Ma al “testimone” non sarà sufficiente l’ulteriore “traguardo” realizzato per potersi dichiarare più che soddisfatto. 

Perché nel 1931-32 lo si affiderà ai leaders di un nuovo raid che, tra parentesi, sono sempre gli stessi: Haardt e Audouin-Dubreuil. 

Ai quali in Cina e in Afghanistan si aggiungeranno, tra gli altri, il grande teologo e scienziato Teilhard de Chardin e l’archeologo francese Hackin, che ha scavato nella valle di Bamiyan, nota per i grandiosi Buddha scolpiti nella roccia.

Questa volta il raid avrà anche la straordinaria opportunità di snodarsi lungo vie storiche e leggendarie. 

Poiché percorrerà la più che millenaria Via della Seta e la pista seguita in Afghanistan da Alessandro Magno. 

Inoltre le macchine dovranno essere in grado di “scalare” l’Himalaia, integre o, magari, “pezzo dopo pezzo”! 

Per giungere fin nel Sinkiang cinese. 

In una pericolosissima Cina in preda alla guerra civile, a sanguinose rivolte etnico-religiose, al dilagante banditismo, al caos imperante, dentro il quale diversi “Signori della Guerra” sguazzano allegramente!

   Poi, nel 1934, arriva la Crociera Bianca

Da: GRANDI RAIDS AUTOMOBILISTICI DELLA STORIA: QUANDO L’AVVENTURA SI FA LEGGENDA. LA PECHINO-PARIGI E LE “CROCIERE” CITROËN, TRA AFRICA, ASIA E AMERICA DEL NORD

(E-Book e versione cartacea in bianco e nero - seconda edizione riveduta, corretta e aggiornata -, 113 pp., 81 note, 105 immagini)



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SOMMARIO

PREMESSA 

PARTE PRIMA: LA CORSA PECHINO PARIGI, 1907 

L’INVEROSIMILE SCOMMESSA! 

L’itinerario; I concorrenti; Il team italiano; La macchina; Il via; Al di là degli Urali; L’arrivo a Mosca; L’arrivo a Parigi 

PARTE SECONDA: LE CROCIERE CITROËN 

I QUATTRO RAIDS AUTOMOBILISTICI CITROËN, TRA VECCHIO E NUOVO MONDO; André Citroën, I leaders sul terreno: Georges-Marie Haardt, Louis Audouin-Dubreuil, ma anche Victor Point

LA “CAPOSTIPITE” DELLE CROCIERE CITROËN: LA CROCIERA DELLE SABBIE (MISSION TUGGOURT-TIMBUCTÚ), 1922-23 Introduzione; Le macchine; Si parte; Si oltrepassa Abalessa, dove tre anni dopo si effettuerà la straordinaria scoperta della tomba di Tin Hinan, regina dei Tuareg; a missione Citroën continua ad avanzare nel Sahara; Arrivo nella leggendaria Timbuctú 

L’AVVENTURA CONTINUA: L’INCREDIBILE CROCIERA NERA (CITROËN CENTRE-AFRIQUE) DEL 1924-25. UN VAGABONDAGGIO NEL CONTINENTE SENZA UGUALI! .

Introduzione; Le finalità della Crociera Nera; I partecipanti; L’itinerario; I preparativi; Le macchine; Infine si parte dalla Legione Straniera…; Attraverso la giungla equatoriale si costruisce una pista di centinaia di chilometri, grazie al millenarismo collegato a Bula Matari, l’esploratore Stanley; Sulle sponde del Lago Victoria, nell’Africa orientale britannica

LA MITICA CROCIERA GIALLA (MISSION CENTRE-ASIE),1931-1932. L’ESALTAZIONE CONTINUA! Introduzione: il progetto originale lungo la Via della Seta; Il 1931 è l’anno dell’Esposizione Coloniale di Parigi, la grande “vetrina” dell’Impero francese; i modifica il progetto; Il gruppo Pamir: da Beirut all’Himalaia e oltre; Il gruppo Cina, con Victor Point e il celebre teologo-paleontologo Teilhard de Chardin; Il gruppo Cina attraversa la Porta del Gobi inoltrandosi nel Sinkiang (Xinjiang); Pamir e Cina insieme verso Peiping (Pechino); La missione continua verso l’Indocina .

UN FLOP COMPLETO: LA CROCIERA BIANCA (BEDAUX CANADIAN SUB ARCTIC EXPEDITION, ALIAS THE CHAMPAGNE SAFARI), 1934 Introduzione; I preparativi; Tassello dopo tassello si costruisce la grande “macchina” della spedizione; La partenza da Edmonton. L’itinerario; Il racconto “originale” della disfatta, ovvero la versione eurocentrica; La verità è una “finzione” cinematografica? Ovvero la versione canadese! Si torna ad Edmonton; Lo Champagne Safari, biografia filmica di uno stravagante megalomane e avventuriero, che è anche uno straricco industriale e un geniale inventore, un amico di re e di Hitler, forse un collaborazionista: ecco svelato il lato oscuro di Bedaux… .

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE Pechino-Parigi; Crociere Citroën  Africa (e Sahara) 


sabato 18 gennaio 2025

36 BIS. VOLUME 3°, DA KNUD RASMUSSEN A ROSEBUD YELLOW ROBE, DELLA MIA STORIA DELL'ANTROPOLOGIA IN 61 PERSONAGGI E UNA SPEDIZIONE INTERCONTINENTALE TRA AMERICA E RUSSIA

 

È probabilmente tra le più antiche immagini della mia fototeca. L’ho scattata nel 1965 con una Kodak Instamatic nel Museo Etnografico di Basilea. Oggi Museo delle Culture (Museum der Kulturen), allora Museum für Völkerkunde und Schweizerisches Museum für Volkskunde. Raffigura costumi e oggetti etnografici provenienti dalla Nuova Guinea [raccolti da PAUL WIRZ, 1892-1955] Franco Pelliccioni
Ala Rockefeller, Metropolitan Museum, New York: una straordinaria collezione di pali mbis degli antenati. Appartengono agli Asmat (Nuova Guinea olandese, villaggi di Omadesep, Otsjanep, Per) e furono acquisiti da Michael Rockefeller
[nel 1961, dove poi sarebbe scomparso e probabilmente ucciso e mangiato dagli stessi Asmat, popolazione studiata da Paul Wirz] Franco Pelliccioni

I 21 personaggi presenti in questo volume, che conclude la trilogia delle Grandi Avventure dell’Antropologia, costituiscono un vero e proprio ONU dell’Antropologia, poiché appartengono ad 11 nazioni

7 di essi, nei quali mi sono “imbattuto” da giovanissimo, sono stati in grado di influenzare il mio futuro percorso esistenziale e scientifico.

 Non solo per i racconti delle loro affascinanti avventure, indubbiamente assai attrattive per un adolescente curioso e desideroso di conoscere i popoli del mondo. 

Trattando di Eschimesi (Inuit) e indios, di aborigeni australiani e Papuasi, di Boscimani e Aleuti, di deserti africani e australiani, di giungle sudamericane e della Papuasia, delle distese ghiacciate della Groenlandia, ecc. 

Più tardi, il profondo interesse che avrei avuto per un paio di altri personaggi sarebbe stato invece indotto da motivi d’ordine famigliare. 

Il lettore così mi perdonerà, se nell’incipit di alcuni capitoli troverà qualche premessa di natura personale…

Vediamo adesso che qui figurano quattro “coppie” di studiosianche se una è senza il partner

Iniziando dalla coppia svizzera, che si potrebbe considerare come la “Paperon de Paperoni” della Storia dell’Antropologia mondiale

Si interesserà all’India e all’Indie Olandesi (oggi Indonesia).

 L’elevato status elitario, che la contraddistingueva, farà sì che una delle loro spedizioni possa contare sull’immediato intervento di un incrociatore e di 300 fanti di marina olandesi (sic). 

Si attraversa il fiume Todschie nella regione degli Ewe, 1892-1893 
(da: Bilder aus dem Gebiet der Norddeutschen Missions-Gesellschaft auf der Sklavenküste in Westafrika - IV. Reisen der Missionare, Lipsia, 1894)
[DIEDRICH HERMANN WESTERMANN, 1875-1956] 

 

Quella tedesca studierà sul campo le lingue africane, elaborando un’ortografia standardizzata per scrivere koinè fino ad allora solo orali. 

Mentre l’anglo-australiana non poteva che mettersi a studiare gli aborigeni, che aveva a “portata di mano”, anzi di lento pede e cammello… 

Anche se riconosco che il mio è un puro eufemismo, viste le distanze esistenti in Australia! 

Infine c’è una vera coppia. È l’anglosassone, composta da marito e moglie. 

Studierà principalmente le popolazioni del Sud Sudan.

Ecco ora le altre nazionalità. 

Continuando a parlare di aborigeni australiani, un ungherese cercherà di accostare la psicoanalisi all’antropologia, fornendo un’inedita chiave di lettura al loro “Tempo del Sogno”. 

Uno studioso inglese si dividerà tra diverse Psicologie e l’Antropologia, mentre un’anglo-australiana terrà fissa la barra sulle sue stelle polari: condizione femminile ed educazione. 

 Un francese, dopo aver vissuto tra i poco conosciuti eschimesi della Groenlandia orientale, coinvolgerà il proprio governo in molteplici missioni dirette ai due Poli.

Il drappello più numeroso è, comunque, quello statunitense: ben cinque studiosi

Il primo di loro, dopo aver esplorato, studiato e ricercato: indios tagliatori di teste, Eldorado, quetzal, mondo Maya, cercando anche di difendere, riuscendoci, la natura delle Galapagos, percorrerà la Strada reale Inca, quelle romane, tra Europa, Asia e Africa e, infine, quella Persiana

 Il secondo eseguirà scavi archeologici e studi etnologici tra le isole Aleutine e i Lacandoni del Messico. 

   La terza lavorerà tra i Navaho nel corso di 25 estati, mentre la pronipote di Toro Seduto è la quarta. È una pellerossa Lakota e per tutta la vita si batterà per la causa indiana. 

 Infine l’ultima, la quinta, è un’antropologa applicata, che cercherà di migliorare la qualità della vita delle popolazioni in Micronesia, Melanesia e Stati Uniti

Interessandosi di educazione e coordinando un Programma su Personalità, Educazione e Amministrazione Indiana.

   Se poi vogliamo nuovamente parlare di ghiacci, Artico ed Eschimesi (Inuit), eccovi accontentati, poiché in serbo ho ancora un paio di miti. 

Il primo è un dano-Groenlandese. 

Tra gli Eschimesi Polari fonderà uno spaccio che, grazie ai suoi proventi, finanzierà le sette storiche Spedizioni di Thule tra Groenlandia e Siberia

L’altro è un islando-canadese. Organizzerà la più lunga esplorazione artica della storia, poiché durerà ben cinque anni.

 Al glottologo sopra citato, vanno però ancora aggiunti altri due studiosi germanici: il fondatore dell’antropogeografia e lo studioso dei pigmei della Terra

Saranno invece due sudafricani a studiare Boscimani e Tswana, mentre un altro svizzero condurrà sette lunghe spedizioni in Nuova Guinea. 

   Infine ecco un missionario italiano. Ha trascorso 29 anni della sua vita tra i popoli del Sud Sudan ed elaborerà un’autentica summa etno-storica e glottologica su quelle genti. 

È il secondo italiano presente nella mia trilogia.

1. KNUD RASMUSSEN, l’etnologo autodidatta, che fondò la moderna Eschimologia

2. FRIEDRICH RATZEL, padre dell'antropogeografia e primo teorizzatore della moderna geopolitica

3. L’antropologa e glottologa americana GLADYS AMANDA REICHARD e i Navaho

4. WILLIAM HALSE RIVERS, lo psicologo che trasformò l’Antropologia in una vera e propria scienza

5. L'antropologo ungherese GÉZA RÓHEIM tra gli aborigeni australiani, con lo sguardo alla psicoanalisi

6. Il trentennale soggiorno missionario nel remoto Bahr-El-Ghazal ha fatto di padre STEFANO SANTANDREA uno dei più grandi esperti del Sudan

7. I cugini svizzeri FRITZ e PAUL SARASIN etnologi, naturalisti e archeologi, tra i Vedda di Ceylon (Sri Lanka) e gli isolani di Celebes (Sulawesi)

8. Un antropologo contro l'apartheid: ISAAC SCHAPERA, lo studioso sudafricano degno allievo di Malinowski e Radcliffe-Brown

9. La straordinaria vicenda umana e scientifica del missionario ed etnologo PAUL JOACHIM SCHEBESTA, il “Padre dei pigmei”

10. CHARLES G. SELIGMAN [e BRENDA ZARA], “Maestro” dei Grandi dell’Antropologia, e la scoperta della posizione strategica dell'«isola dei mercanti»

11. BALDWIN SPENCER e FRANCIS J. GILLEN tra gli uomini bruni delle sabbie rosse australiane

12. VILHJALMUR STEFANSSON, l'«Amico» dell'Artico

13. L’antropologa statunitense LAURA MAUD THOMPSON e la ricerca di un’etica ecologica "al di là del sogno"

14. L'antropologo Afrikaner LAURENS VAN DER POST, un "Boscimane bianco" nemico dell'apartheid

15. PAUL-ÉMILE VICTOR si spinse ad esplorare i confini della Terra attratto dai deserti ghiacciati e dai popoli nativi. Innovatore e grande comunicatore, ha diretto personalmente 17 missioni al Polo Sud e 14 in Groenlandia

16. VICTOR WOLFANG VON HAGEN, etnologo, ricercatore delle civiltà imperiali perdute, rinvenne la Grande Strada del Sole degli Incas

17. CAMILLA HIDEGARDE WEDGWOOD, antropologa e pioniera dell’istruzione femminile in Oceania.

18. Dalla trasmissione “orale” alla lettura: il missionario e antropologo DIEDRICH HERMANN WESTERMANN, uno dei padri della moderna linguistica africana

19. L'antropologo dell'Artico EDWARD MOFFAT WEYER, tra i principali studiosi di Aleuti e Inuit

20. Alla scoperta dell'arte della Nuova Guinea. All'etnologo svizzero PAUL WIRZ si devono alcuni dei maggiori studi sulle società umane del Pacifico

21. La Lakota Sioux ROSEBUD YELLOW ROBE, intrepida figlia di “Uccide-nei-boschi”, studiosa e storica dei nativi americani

LE GRANDI AVVENTURE DELL’ANTROPOLOGIA

Antropologi culturali, sociali, fisici, applicati, etnologi, etnografi, etnomusicologi, etnostorici 

Vol. 3: da KNUD RASMUSSEN A ROSEBUD YELLOW ROBE (E-Book e versione cartacea, 188 pp, 124 note, 157 immagini)


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Versione cartacea https://www.amazon.it/dp/1790972345


INTRODUZIONE

1. KNUD RASMUSSEN, 1879-1933 (Danske Literaere Grönlands Ekspedition, Groenlandia 1902-1904: Eschimesi (Inuit) ; La nascita in Groenlandia; Le sette spedizioni Thule; Le prime quattro spedizioni: 1912-13, 1916-1917, 1919; La Quinta Spedizione, la più grandiosa di tutte: Groenlandia-Siberia, 1921-1924; Dall’Isola dei Danesi: molteplici indagini etnografiche, etnologiche, archeologiche; Rasmussen racconta; Sesta e Settima Spedizione: 1931, 1932-33) 

2. FRIEDRICH RATZEL, 1844-1904 (I viaggi, 1869-1875: Mediterraneo, Cuba, Messico, Stati Uniti; L’antropogeografia e la teoria dei cicli dei popoli: Völkerkreise; L’Ambiente) 

3. GLADYS AMANDA REICHARD (1893-1955): Tra i Navaho 

4. WILLIAM HALSE RIVERS, 1864-1922 (La Cambridge Expedition to the Torres Straits (CAETS), 1898: Australia, Nuova Guinea; Le caratteristiche che hanno fatto entrare di diritto la CAETS nella Storia dell’Antropologia; Tra i Toda dell’India e nelle isole Salomone, 1901-1908; La Grande Guerra, l’Oceania, in Gran Bretagna come Capitano Medico, 1914-1917)  

5. GÉZA RÓHEIM, 1891-1953 (Un “ponte” tra psicoanalisi e antropologia; Budapest; Melanesia, Australia centrale, Somalia e Arizona, 1919-1931; Il “Tempo del Sogno” tra gli aborigeni australiani)  

6. STEFANO SANTANDREA, 1904-1990 (Una consulenza per un raid fluviale (Nilo Azzurro) sportivo-etnologico, tra Etiopia e Sudan; Missionario-Etnografo-Etnostorico-Glottologo nel Bahr-el-Ghazal, sud Sudan, 1928-1957)

7. FRITZ SARASIN, 1859-1942 E PAUL SARASIN, 1856-1929 (Due facoltosi e potenti cugini svizzeri; L’epopea asiatica dei cugini Sarasin, Ceylon (oggi Sri Lanka), 1883-1925: Vedda; A Celebes (Sulawesi), 1893-1896: Buginesi, Macassaresi, Toraja; La nuova spedizione a Celebes del 1902-03 è possibile solo grazie all’intervento di un Reale incrociatore e della fanteria olandese; La ricerca del 1902-03: Toála; Fritz Sarasin e i Canachi della Nuova Caledonia, 1910-11; Paul Sarasin e l’Ecologia; Fritz Sarasin, Tunisi e Thailandia, 1923, 1931) 

8. ISAAC SCHAPERA, 1905-2003 (La carriera universitaria; Le ricerche sul terreno nel Bechuanaland (oggi Botswana), 1929-1950: Tswana) 

9. PAUL SCHEBESTA, 1887-1967 (Nell’Africa orientale portoghese (Mozambico), 1912-16; In Malesia, 1924-25: Semang e Sakai; Congo, 1929-1930; 1934-1935: Pigmei dell’Ituri; Filippine, 1938-39 e 1949-50: Negritos; “Baba wa Bambuti” è ancora una volta in Congo, tra i Pigmei dell’Ituri, 1954-55) 

10. CHARLES G. SELIGMAN, 1873-1940 (La partecipazione alla Cambridge Expedition to the Torres Straits, 1898: Australia, Nuova Guinea; Nuova Guinea, 1904; Il sistema commerciale del kula: Massim; A Ceylon, assieme alla moglie Brenda, 1906-07: Vedda e Tamil ; Sud Sudan e Kordofan meridionale, 1909-10, 1911-12, 1921-22: Dinka, Shilluk, Nuer, Bari, Anuak, Acholi, Baria, Lario, Gwallam, Madi, Moru, Lango, Latuka, Langerio, Eliri, Lafofa, Talodi, Shambe, Gwola, Gura) 

11. BALDWIN SPENCER, 1860-1929 e FRANCIS J. GILLEN, 1855-1912 (Cursus honorum di Baldwin Spencer; Spedizione nell’Australia Centrale, 1894; Incontro ad Alice Springs, nel centro dell’Australia, con Francis J. Gillen, 1894; Da Alice Springs le ricerche di Spencer e Gillen tra gli aborigeni australiani, 1894, 1895, 1896, 1897; Le ricerche tra gli aborigeni proseguono attraversando da sud a nord tutto il continente australiano, 1901, 1911: Arunta et alia. La morte di Gillen nel 1912. Spencer ancora nel centro dell’Australia: 1922, 1926; Spencer muore tra i fuegini della Terra del Fuoco, 1929) 

12. VILHJALMUR STEFANSSON, 1879-1962 (Islanda, 1904-05; Alaska e Artico occidentale canadese, con la Anglo-American Polar Expedition, 1906-07; Artico occidentale canadese, 1908-12: Eschimesi del Mackenzie e del Rame; La Canadian Arctic Expedition (CAE), la più lunga esplorazione polare della Storia, tra Alaska e Artico canadese, 1913-18; L’odissea della Karluk) 

13. LAURA MAUD THOMPSON (1905-2000) (Figi, Germania e Guam: 1933-1939; Indiani d’America: 1941-1947; Islanda: 1952, 1960) 

14. SIR LAURENS VAN DER POST, 1906-1996 (Tra Africa e Europa; Nella Seconda Guerra Mondiale, prigioniero dei giapponesi, rischia l’esecuzione, poiché appartenente allo spionaggio britannico; Spedizione nel Nyasaland (oggi Malawi), 1949; Spedizione nel deserto del Kalahari, Bechuanaland (Botswana), 1955: Boscimani) 

15. PAUL-ÉMILE VICTOR, 1907-1995 (Groenlandia orientale, 1934-35, 1936-37: Eschimesi Agmagssalik; Tra i Lapponi (Sami), 1939; Marocco, Martinica, Stati Uniti: 1940-1944; Nascono le Expéditions Polaires Françaises (EPF), 1947: Groenlandia, Polo Sud; A Bora Bora, Polinesia francese, 1977-1995) 

16. VICTOR WOLFANG VON HAGEN, 1908-1985 (Messico, 1931-32; Arizona, 1933; Tra i cacciatori di teste Jivaros dell’Equador, 1934; Galapagos, 1935; Strada Reale incaica, 1954-55; Ripercorrendo le strade romane: Italia, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Spagna, Francia, Balcani, Medio Oriente, Inghilterra, Germania, Nord Africa, Grecia e Turchia, 1962-1967; La strada reale Persiana, 1974-75: Turchia, Iraq, Iran) 

17. CAMILLA HIDEGARDE WEDGWOOD (1901-1955) (Londra, Cambridge; Australia, Sud Africa, Londra: 1928-1932; Nuova Guinea: 1934, 1935; Isola di Nauru: 1935; Di nuovo in Australia, Papua e Nuova Guinea: 1935-1947; Australia: dal 1949) 

18. DIEDRICH HERMANN WESTERMANN, 1875-1956 (Togo, 1900-03, 1907: Ewe; Senegal e Sud Sudan, 1910-13: Gbe, Nuer, Kpelle, Shilluk, Dinka, Golo, Zande, Haussa e Guang; Liberia, 1914: Gola, Kpelle, Mende) 

19. EDWARD MOFFAT WEYER, 1904-1998 (La Stoll-McCracken Siberian Arctic Expedition, isole Aleutine, Mare e Stretto di Bering, 1928: Aleuti; Ricerche archeologiche e antropologiche nel Sud-Ovest degli USA, 1929: Navaho; Peary Memorial Expedition, Groenlandia, 1932: Eschimesi (Inuit); Brasile, 1953: indios Chavante e Camayurà; Svezia e Messico, 1956: Lapponi (Sami) e Lacandoni; Arizona, 1957: Navaho) 

20. PAUL WIRZ, 1892-1955 (Nuova Guinea, tra il 1915 e il 1955: Marind-Anim, Asmat; Canarie, Tibet, Caraibi, Ceylon, India, isole Salomone, Indonesia, tra il 1938 e il 1955)  

21. ROSEBUD YELLOW ROBE (1907-1992) (South Dakota; New York: 1927).