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Mercato di Fèz, 1932 di fronte alla Bab Semmarine
Dalla Premessa
(...) Infine ho dovuto suddividere il libro in due volumi (Atlantico e Mediterraneo). Poiché, al già considerevole materiale riguardante l’Atlantico, alla marocchina Rabat (e Salé) ho aggiunto anche le altre tre città imperiali: Meknès, Féz e Marrakech. Per la presenza di mercati e prigioni riservate agli schiavi europei, catturati dai corsari di Rabat-Salé.Nel corso del nostro lungo viaggio, ci imbatteremo nei
luoghi dove si tenevano i mercati di schiavi: Istanbul, naturalmente, ma anche Marrakech,
Tunisi, Heraklion, Malta, Rabat. Qui, assieme ai turisti, passeggeremo lungo un’importante
e affollata strada stracolma di negozi. Il suo nome è Rue de Consuls. Vi
risiedevano i Consoli europei, che cercavano di riscattare gli schiavi
cristiani. Il cui mercato era pochi passi più avanti, sul piazzale, al termine
della via.
Poi apprenderemo come uno più importanti Sultani
del Marocco non disdegnasse di utilizzare una flotta di un centinaio di navi per
approvvigionarsi di schiavi bianchi. Nel contempo schiavizzando gli africani sub-sahariani,
che entreranno a far parte dell’Abīd al-Bukhārī, la “Guardia Nera”, la
sua Guardia personale. Ed è lo stesso che nel suo Palazzo di Meknès,
grande come una città, per anni avrebbe tenuto gli schiavi cristiani
all’interno delle matamore (maṭmūra),
le prigioni sotterranee. Mentre in superficie, a non molta distanza,
un’abitazione ospiterà i diplomatici europei là inviati per riscattarli.
In Islanda ci attrarrà una statua scolpita in un modo del tutto originale. Rappresenta una schiava dei corsari barbareschi. Ma ci colpiranno anche altre statue. Ad esempio, quelle erette in onore di famigerati corsari, a Saint-Malo, come ad Istanbul.
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