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sabato 2 marzo 2024

132.ALLA SCOPERTA DEL MONDO. ESPLORATORI, GEOLOGI. VOL. 3: ARTICO – ANTARTICO

 

Slitta neozelandese con materiale (carburante, equipaggiamento) e cibo, da depositare lungo il percorso,
 Commonwealth Trans-Antarctic Expedition (CTAE), Polo Sud, 1957-1958

Ecco i nomi dei personaggi inclusi nel terzo volume della mia Tetralogia degli Esploratori: 

1. 37.000 chilometri a piedi tra i ghiacci, il "carnet" di viaggio dell’esploratore scozzese John Rae. Con le sue imprese, nel XIX secolo ha apportato un notevole contributo alla conoscenza del Grande Nord canadese. La grande esperienza accumulata nel Canada settentrionale gli consentì di muoversi utilizzando al meglio le tecniche di chi da sempre viveva nell'Artico, Indiani e Inuit (eschimesi), che impiegava come guide e interpreti. Indossava abiti di pelliccia. Si spostava con un equipaggiamento ridotto al minimo. Si procurava il cibo utilizzando le tecniche venatorie proprie degli "uomini dalle ombre lunghe".

2.. L'ultimo volo dell'«Aquila». Nella storia delle grandi esplorazioni, un posto del tutto singolare è occupato dalla spedizione al Polo Nord, sul finire del XIX secolo, dell’ingegnere svedese Salomon August Andrée che, a bordo di una mongolfiera, poi abbandonata, scomparve tra i ghiacci con i suoi due compagni di viaggio. Mistero che sarà svelato dopo 33 anni!

"La visita allo Scott Polar Research Institute di Cambridge

   Non posso credere ai miei occhi… Eppure all’interno di un’ultimissima vetrina posta all’ingresso, e dedicata alle comunicazioni polari, sembra che ci sia: un piccione! E dire che, entrando nel museo, desideroso com’ero di iniziare al più presto la sistematica e scrupolosa “ricognizione” delle straordinarie testimonianze polari britanniche dello Scott Polar Research Institute, mi era completamente sfuggita. Subito mi domando se è, come penso. Ma sì, è incredibile! Proprio davanti a me, con accanto il suo bravo “collarino” con il logo della spedizione, c’è uno dei piccioni viaggiatori che lo svedese Andrée si portò appresso, sul finire dell’ottocento, nella sua corsa aerea al Polo Nord. Ed è anche uno degli unici due che, nel tempo, si “ritrovarono” a suon di fucilate… Così la visita a Cambridge non può non farmi riandare con il pensiero a quella spaventosa, poi del tutto misteriosa, tragedia sui ghiacci.

La misteriosa scomparsa di un pallone aerostatico diretto al Polo Nord, 1897

   Nella storia dell’arcipelago artico delle Svalbard, che comprende anche i numerosi “attacchi” da qui sferrati per “conquistare” il Polo Nord, un posto del tutto singolare è infatti occupato dalla spedizione di un ingegnere svedese, che scomparve tra le brume e i ghiacci con i suoi due compagninel primo tentativo di raggiungere su un pallone aerostatico il Polo. Una missione sfortunata, che pretese il prezzo più alto: le giovani vite dei tre coraggiosi uomini.

   Fin qui non ci sarebbe alcunché da eccepire. La storia delle esplorazioni è costellata di nomi di ardimentosi mai più rintracciati. Come quello del colonnello Percy Fawcett. Nella “norma” rientra anche il fatto che subito si inviarono, seppure inutilmente, numerose missioni di soccorso: alle Svalbard, sulle coste siberiane e, nel 1899, nella Groenlandia orientale. Non si ritrovò quasi niente. Salvo alcuni messaggi lasciati andare fin dall’inizio. Inseriti nei gavitelli. O, come abbiamo visto, attaccati sotto l’ala di un paio di piccioni.

   Il tutto, però, continua ancora a far parte delle inesorabili regole del “gioco”… Fu così che il mistero della fine di Andrée e dei suoi compagni, prima di avventura, poi di sventura, si protrarrà integro per decenni. Commuovendo il mondo intero per quest’ennesima tragedia polare. Eppure c’era stato chi, ad appena un anno dalla misteriosa scomparsa degli aeronauti, si sarebbe trovato vicinissimo, non poteva neanche immaginare quanto, dallo svelare la verità su quel terribile accadimento. Anzi, ce l’aveva letteralmente sotto i piedi! Anche perché il viaggio in mongolfiera era stato, ma allora nessuno poteva esserne a conoscenza, di brevissima durata.

Le "fotografie ritrovate": 14 luglio 1897, l’Aquila dopo l’atterraggio forzato sui ghiacci della banchisa

   Nel 1898 il solito Nathorst sbarcava sull’Isola Bianca (Kvitøya), al largo delle Svalbard. A causa delle rigide condizioni climatiche non si accorse che proprio l’isola celava ciò che il mondo stava invano cercando, da tempo! Non si poté far altro, quindi, che rassegnarsi a quello che, di certo, era stato il loro infausto destino…

Il mistero svelato trentatré anni dopo, nel 1930

   Nel 1930, cioè una generazione dopo, si verrà infine a conoscere, per filo e per segno, del tutto inaspettatamente, ciò che era accaduto nel secolo precedente. Praticamente sapremo tutto! Uno dopo l’altro verranno ritrovati, a non molta distanza dal luogo di partenza della mongolfiera: corpi, oggetti, diari, perfino un’ineccepibile documentazione fotografica che, dopo oltre trent’anni, consentirà di vedere, tra lo stupefatto e il rattristato, le fasi finali del dramma consumatosi a quelle alte latitudini. Ecco perché la vicenda umana dello svedese Andrée, una storia che Verne avrebbe volentieri firmato, sia pure dandogli un esito positivo, è totalmente fuori del comune!"

2. Conquistare il Polo Nord: la "magnifica ossessione " di Robert Edwin Peary. L'esploratore statunitense sostenne di aver compiuto l'impresa, ma in realtà si fermò a pochi chilometri dalla meta

   "Più volte ho avuto modo di scrivere sulla non conquista del Polo Nord, nel 1909, da parte dell’americano Robert Peary. Come nel 1996, quando per la Rivista Aeronautica commemorai l’impresa del dirigibile Norge di Amundsen, Nobile, Ellsworth, a cui certamente va ascritto, sia pure dall’aria, quel primato…

Ritratto di Peary, 1907

   Indubbiamente è un personaggio assai controverso della storia delle esplorazioni. Poiché, salvo le due ultime spedizioni (1905-06 e 1908-09), i cui risultati si sono dimostrati inattendibili, è evidente come Peary abbia dimostrato al mondo un indomito coraggio e una capacità di accettare stoicamente la sofferenza. Perché è un uomo ostinato e sorretto da una volontà prodigiosa, animato da un corsaro spirito individualista e dotato di evidente carisma. Insomma un uomo d’acciaio che, ad ogni costo e con ogni mezzo, assume su di sé rischi incredibili, ricercando quella gloria che può raggiungere solo conquistando il Polo. “Io devo diventare famoso”, scriverà alla madre dopo la prima spedizione. Sarà purtroppo questa la sua “magnifica ossessione”

La “corsa al Polo”

   Sul finire del XIX secolo la “Conquista del Polo” è divenuta un’autentica e sfrenata gara internazionale, in cui si cimentano esploratori delle più diverse nazionalità, tra cui i più temibili sono i norvegesi. Per di più l’anno prima dell’ultima spedizione, sulla scena polare appare quel dottor Frederick A. Cook, che Peary aveva portato appresso da giovane in Groenlandia, in qualità di etnologo. Oltre tutto gli aveva anche sistemato la gamba spezzata. È partito l’anno precedente dagli Stati Uniti, e non si sa che fine abbia fatto. “Magari è già morto…”, avrà più volte pensato Peary! Comunque Cook è ormai diventato un pauroso incubo, che sempre ha presente dentro di sé. Proprio ora che anche lui è ormai là, a “pochi passi” dal Polo, che certo, prima o poi, raggiungerà… In cuor suo sa bene che ci deve riuscire, “comunque”! Dopo tutti i tentativi esperiti partendo dalla “via americana” (le regioni settentrionali di Groenlandia e dell’isola canadese di Ellesmere), utilizzando teams di supporto per stabilire depositi di provviste e costruire igloo, ricorrendo cioè al “suo” sistema.

   Purtroppo per Peary, l’incubo si materializzerà nel 1909, al suo rientro in patria dall’Artico...

Cape Columbia, Ellesmere settentrionale, punto di partenza verso il Polo Nord. Due Eschimesi Polari accanto al cairn, con i “cartelli indicatori” fatti apporre da Peary

(...) Quanto Peary fa tra il 1892 e il 1895 è eccezionale. Di per sé sufficiente ad annoverarlo tra i più grandi esploratori polari: utilizza i cani come forza motrice e come cibo, così che viaggia spedito, con poco peso, coprendo lunghi tragitti; si è spinto ben più in là di qualsiasi europeo; sperimenta e migliora il pemmican; costruisce igloo; indossa le pellicce eschimesi, che gli servono anche come giacigli e coperte; attraversa nel punto più ampio l’ilandsis; scopre la Terra più a nord del mondo. “Prendi questa bandiera e installala nel posto più a nord che riuscirai a raggiungere”, gli aveva detto nel 1891 Hubbard, primo presidente della National Geographic Society. Ebbene, lui sì, che ci è riuscito..."

4. Dalle isole Svalbard alla cima dell'Aconcagua: Sir William Martin Conway, esploratore, alpinista, storico dell'arte, scrittore, politico inglese

5. Tracciare una "rivoluzionaria" rotta aerea dall'Europa agli Usa: un sogno sepolto sotto gli spessi ghiacci della Groenlandia. Nel 1930 moriva per il freddo e la fatica Alfred Wegener, astronomo, meteorologo e geologo tedesco

6. La storia di un uomo tra due Poli: l'aviatore ed esploratore americano Lincoln Ellsworth, il cui nome è legato all'impresa del Norge, ma non solo…

7. La "donna di ghiaccio". Nel 1955 l'esploratrice statunitense Louise Arner Boyd sorvolava il Polo Nord, ma aveva già effettuato ben sette spedizioni nell’Artico

8. Novantanove giorni tra i ghiacci dell’Antartide, con la forza dell’esploratore e l’occhio dello scienziato. Il geologo Vivian Fuchs nel 1958 attraversava da parte a parte il Polo Sud per la prima volta nella storia


Fuchs scende dal trattore, al suo arrivo al punto esatto del Polo Sud

   (...)“Hallo Bunny? Felicissimo di vederti Ed…”.

   I due personaggi, che così si salutano, dopo essersi ritrovati il 19 gennaio 1958, “rinnovando” al Polo Sud l’archetipico incontro Stanley-Livingstone, sono il geologo ed esploratore britannico Fuchssoprannominato “coniglietto” fin dai tempi della scuola, e il conquistatore neozelandese dell’Everest (1953) Edmund Hillary, giunto inaspettatamente fin là 16 giorni prima… Infatti doveva essere solo Fuchs ad arrivarci, per poi proseguire fino alla parte opposta del continente, nel corso della Commonwealth Trans-Antartic Expedition del 1957-58.

   Ma cominciamo a raccontare dall’inizio la vicenda umana ed esplorativo-scientifica di quest’uomo, che è passato brillantemente dalle savane africane alle distese ghiacciate. Uno studioso che a suo tempo menzionai. Scrivendo sulla misteriosa scomparsa di alcuni geologi, avvenuta, sia nel lago Turkana (Kenya settentrionale), che nel cratere dell’Askja (Islanda) (...)

(...) L’organizzazione della spedizione

   Enorme il dispiegamento di mezzi ed equipaggiamenti modernissimi. Fuchs è ben conscio della rivoluzione tecnologica intercorsa dall’epoca delle eroiche spedizioni del passato. Quando si faceva affidamento su carattere e risorse interiori, proprie e dei compagni. Amundsen si affidava agli sci. Shackleton ai cani. Scott erroneamente ai ponies. Mentre lui si affiderà a 5 Snow Cats, 5 Weasel, 7 trattori Ferguson, 1 trattore Muskeg, slitte trainate da cani, piccoli aerei per le ricognizioni e la localizzazione dei depositi.

   In passato gli esploratori venivano completamente tagliati fuori dal mondo. Quando nel 1916 riemerse dall’Antartico, Shackleton riteneva la guerra terminata. La salma congelata di Scott sarà trovata mesi dopo, ma gli uomini di Fuchs comunicheranno telefonicamente con i loro cari…(,,,)

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Da: ALLA SCOPERTA DEL MONDO. Esploratori, Geologi. VOL. 3: ARTICO – ANTARTICO 

E-Book e versione cartacea in bianco e nero di grandi dimensioni (16,99 x 1,17 x 24,41), 133 pp., 84 note, Bibliografia, 116 immagini (8 sono dell'A.) 





SOMMARIO

INTRODUZIONE 

ARTICO 

1. JOHN RAE, 1813-1893 

Premessa: la scomparsa della spedizione Franklin alla ricerca del leggendario Passaggio a Nord-Ovest, 1847 

Il “personaggio”: un orcadiano al servizio della Compagnia della Baia di Hudson 

2. SALOMON AUGUST ANDRÉE, 1854-1897 

La visita allo Scott Polar Research Institute di Cambridge 

La misteriosa scomparsa di un pallone aerostatico diretto al Polo Nord, 1897 

Il mistero svelato trentatré anni dopo, nel 1930 

I personaggi della tragedia polare, direttamente o indirettamente coinvolti 

Biografia 

La partenza dell’Aquila: il breve volo e, poi, lo schianto sulla banchisa polare, 1897 .

La marcia dei tre esploratori sui ghiacci della banchisa 

Il ritrovamento della spedizione, 1930 

3. PEARY, 1856-1920 

3.1 La “corsa al Polo” 

3.2 Un ritratto di Peary

3.3 Polemiche, verifiche e una conferma

3.4 Biografia

3.4.1 Le Spedizioni, dal 1884-85 al 1898-1902: Nicaragua, Groenlandia, Ellesmere (Canada) 

3.4.2 La nave Roosevelt

3.4.3 Le Spedizioni, 1905-06: Ellesmere e verso il Polo Nord: 87° 6’ Lat N. La Roosevelt si spinge fino agli 82°20’ Lat N 

3.4.4 Le Spedizioni, 1908-09: la “Conquista del Polo”

3.4.5 Epilogo: tra trionfo e amarezza 

4. WILLIAM MARTIN CONWAY, 1856-1937 .

L’arrivo nelle Svalbard, 1896 

Biografia, la fase artistica 

La fotografia come documentazione delle sue spedizioni

Biografia, la fase alpinistica: Alpi, Karakorum, Himalaya, Ande, Terra del Fuoco 

5. ALFRED WEGENER, 1880-1930 

Lo tsunami del 2004, la teoria della deriva dei continenti e Wegener 

Biografia

Due spedizioni in Groenlandia: 1906-08 e 1912-13 

La terza (e ultima) spedizione in Groenlandia per installare, al centro della calotta glaciale (ilandsis), la base scientifica Eismitte, 1930 

Il progetto 

Le negatività presenti nel progetto: difficili condizioni climatiche, l’assenza di una solida leadership…

Un rientro fatale per Wegener 

6. LINCOLN ELLSWORTH, 1880-1951 

Biografia

Con Amundsen in aereo, 1925

A bordo del dirigibile Norge sorvola il Polo Nord, 1926 

A bordo del dirigibile Graf Zeppelin sorvola la Terra di Francesco Giuseppe, 1931 .

La prima traversata aerea del Polo Sud, 1935-36 

7. LOUISE ARNER BOYD, 1887-1972 

Dall’High Society… all’Artico 

Svalbard, Terra di Francesco Giuseppe, 1926 

Nell’Atlantico del Nord, 1928: dalla Terra di Francesco Giuseppe alla Groenlandia, alla ricerca di Amundsen 

Di nuovo nella Terra di Francesco Giuseppe, tra i Lapponi (Sami) della Scandinavia e nella Groenlandia orientale, 1930-1938

La missione strategico-militare nella Groenlandia nord-occidentale, 1941

Il volo sopra il Polo Nord, 1955 

ANTARTICO 

8. VIVIAN FUCHS, 1908-1999 

Biografia 

La spedizione nella Groenlandia orientale, 1929 

Kenya, Uganda-Zaire, Tanzania, 1930-31 

Lago Turkana, Kenya, 1934: la misteriosa scomparsa di due scienziati 

Tanzania, 1937-38 

Nelle Isole Falkland, 1947-1950 

La Grande Traversata Antartica, 1957-58: la Commonwealth Trans-Antarctic Expedition 

L’organizzazione della spedizione 

La realizzazione delle basi Shackleton, South Ice, Scott e di depositi sull’altopiano polare, 1955-57 

Inizia l’attraversamento dell’Antartico di Fuchs: 24 novembre 1957 

Al Polo Sud: 19 gennaio 1958 

BIBLIOGRAFIA

[Altre figure dell’esplorazione geografica ed etnico-culturale di Artico e Antartico sono presenti nelle mie due trilogieGrande Avventura dell’Antropologia e Masters & Commanders verso l’Ignoto.

 Nel primo volume della Grande Avventura dell’Antropologia figurano: la polacca Maria A. Czaplicka e il danese Peter Freuchen
   Nel secondo la missione interdisciplinare e internazionale Jesup, e i francesi Jean Malaurie Charles Rabot; nel terzo il danese Knud Rasmussen, l’islando-canadese Vilhjalmur Stefansson, il francese Paul-Émile Victor, lo statunitense Edward Moffat Weyer.
   Per quanto riguarda i navigatori-esploratori inclusi nella trilogia di Masters & Commanders verso l’Ignoto, gli inglesi John Davis ed Henry Hudson sono nel primo volume (XIV-XVIII secolo). 
  Lo scozzese John Ross, l’estone Fabian G.T. von Bellingshausen, l’inglese John Franklin - lo statunitense Elisha Kane, gli inglesi Robert McClure e Francis L. Mc Clintock -, gli inglesi William Scoresby e William E. Parry, il norvegese Elling Carlsen, lo svedese Nils Adolf E. Nordenskjöld, i norvegesi Otto Sverdrup e Fridtjof Nansen figurano nel secondo volume (XIX secolo). 
  Inoltre lo svedese Otto Nordenskjöld, i norvegesi Roald Amundsen e Gunnar Isachsen, l’italiano Duca degli Abruzzi, il francese Jean-Baptiste Charcot, lo statunitense Donald B. MacMillan sono inseriti nel volume terzo (XX secolo).
   Altre esplorazioni sono menzionate nel volume: Qui Base Artica Dirigibile Italia, nel capitolo: “Le prime grandi missioni etno-antropologiche e geografiche artiche.

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    Ricordo, infine, come nel più recente TRA I GHIACCI DEL PASSAGGIO A NORD-OVEST figurino 21 personaggi andati alla scoperta del Passaggio a Nord-Ovest, ma anche a disvelare la geografia fisica e antropica di un mondo fatto soprattutto di ghiaccio (Giovanni Caboto, Gaspar Corte-Real, Sir Francis Drake, John Davis, Henry Hudson, Samuel de Champlain, James Cook, George Vancouver, John Ross, William Edward Parry, Sir John Franklin, Elisha Kane, Robert McClure, Sir Francis Leopold Mc Clintock, John Rae, Otto Sverdrup, Roald Amundsen, Donald Baxter Macmillan, Peter Freuchen, Knud Rasmussen, Vilhjalmur Stefansson), Volume che include anche numerosi riferimenti ad altre 38 figure, non tutte di secondo piano: Martin Frobisher (XVI secolo), William Baffin, Robert Bylot, Semion Ivanovich Dezhnev, Luke Foxe, John Knight, George Weymouth (XVII secolo), Vitus Jonassen Bering, Samuel Hearne, James Knight, Alexander Mackenzie, Cristopher Middleton (XVIII secolo), Horatio Austin, George Back, Frederick W. Beechey, David Buchan, Richard Collinson, Samuel Gurney Cresswell, Henry Grinnell, Charles Francis Hall, Robert Hobson, Edward Augustus Inglefield, Francis George Lyon, George Frederick McDougall, Bedford Clapperton Trevelyan Pim, John Richardson, James Clark Ross, Frederick Gustavus Schwatka, William Allen Young (XIX secolo), Rudolph Martin Anderson, Robert Bartlett, Henri Beuchat, Kaj Birket-Smith, Robert Flaherty, Diamond Jenness, Henry Larsen, Therkel Mathiassen, Ejnar Mikkelsen (XX secolo). ]
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giovedì 29 febbraio 2024

131. ALLA SCOPERTA DEL MONDO. Archeologi, Esploratori, Grandi Viaggiatori,Geologi, Naturalisti, Paletnologi. VOL.2 AFRICA

 

Le commandant Marchand et ses compagnons d'armes à travers l'Afrique di Michel Morphy (Gallica, BnF)
            

Questo secondo volume dedicato all’Africa comprende 17 esploratori, 6 archeologi, 1 naturalista, 1 paleontologo.

   Ho la presunzione di ritenere che gli esploratori qui presenti costituiscano una “squadra” non male. Anche se, tra le loro fila, non figurano personaggi del calibro di Livingstone. E dire che, grazie anche al consiglio di uno dei principali curatori, il Prof. Jan B. Thompson, geografo dell’Università di Glasgow, a lungo visitai il suo mulino a Blantyre (Scozia), oggi uno straordinario museo

   Ciascuna delle vicende esistenziali di quelli che considero i “miei” personaggi mi ha così entusiasmato ed appassionato, da rimanerne ogni volta coinvolto… Un filo empatico si è così inconsapevolmente intrecciato tra me e loro, tanto da oltrepassare la barriera del tempo e a legarmi indissolubilmente a ciascuna di queste straordinarie figure. Il cui sacro fuoco della conoscenza non si è mai sopito. Spronando questi autentici giganti sempre più in là, verso altre destinazioni, alla ricerca di nuove e più esaltanti mete! “C’è sempre qualcosa di nascosto! Vai, e scoprilo! Vai, e guarda oltre quelle barriere; v’è qualcosa che si cela al di là di quei monti. Una cosa perduta, che ti attende. Vai!” (Rudyard Kipling).

   Man mano che mi sono addentrato nelle loro vite, sono rimasto sempre più colpito e attratto dalle loro profonde passioni, che hanno saputo guidarli su eccezionali, se non unici, percorsi esistenziali e scientifici. Anche in altri tempi ed epoche. Quando pressoché tutto era difficoltoso, pionieristico, pericoloso, impossibile. Poiché, in terreni mai prima di allora violati, ci si doveva inoltrare con pochi mezzi. A volte anche con scarsi riconoscimenti. Riuscendo, comunque, ad apportare a scienza e conoscenza contributi straordinari e di rilievo.

   A volte alcuni di loro ci hanno lasciato la vitaEberhardt (annegata nel Sahara), Mungo Park (per sfuggire agli attacchi degli africani, annegato nel Niger), Hornemann (morto per dissenteria, Niger), Speke (suicida? in patria), Piaggia (febbri, in Sudan, al confine con l’Etiopia), De Brazzà (malattia, Dakar). Mentre altri sono riusciti a salvarsi aprendosi la strada a suon di fucilate e, in un caso, di mitragliatrice Maxim (Stanley).

   Continuando a parlare degli esploratori, il gruppo più numeroso è rappresentato dai francesi (Réné Caillé, Jean-Baptiste Marchand, Eberhardt, Roger Frison-Roche), ai quali si aggiunge l’italo-francese Pietro Savorgnan di Brazzà e il franco-americano Du Chaillu. A ruota li seguono i britannici (Mungo Park, Speke, Johnston), i tedeschi (Hornemann, Barth), ma c’è anche un celebre anglo-americano (Stanley). Oltre ad un italiano (Piaggia) e all’ungherese László Almásy, l’autentico “Paziente Inglese”, reso celebre dal film plurioscar del 1996. Per non parlare della Faraone-donna Ma'at-ka-Ra Hatshepsut, del Proconsole romano Lucio Cornelio Balbo Minore e del Berbero Leo Africanus.

   Nove tra loro si sono profondamente inoltrati all’interno del deserto del Sahara e/o hanno raggiunto la mitica TimbuctùCornelio Balbo Minore, Leo Africanus, Mungo Park, Hornemann, Caillé, Barth, Eberhardt, László Almásy, Roger Frison-Roche.

   Altri invece hanno ricercato le sorgenti del Nilo (Speke), si sono interessati al fiume Congo (Savorgnan di Brazzà). Oppure, dopo essersi imbattuto, nel remoto centro dell’Africa, nel misteriosamente scomparso… Dr. Livingstone?, alla quale domanda fa seguire immediatamente: I presume, attraverserà il Continente Nero. Prima da est a ovest, poi da est a nord-est (Stanley). Mentre, per cercare di intralciare l’avanzata della colonizzazione britannica nord-sud in Africa, c’è chi si si è spinto verso est e il Nilo Bianco dalle coste atlantiche (Marchand). Infine, nel folto delle foreste pluviali c’è pure chi si è messo testardamente alla ricerca di gorilla e pigmei (Du Chaillu) e di uno strano animale, metà zebra e metà giraffa (Johnston).

   Gli archeologi hanno ovviamente privilegiato l’antico Egitto. Fin dal tempo dell’inglese Pococke, che è riuscito a precedere l’arrivo dei savants della spedizione Napoleonica… L’italiano Rosellini dal canto suo coadiuverà egregiamente il lavoro del francese Champollion, che infine è riuscito a tradurre i geroglifici egizi. Poi c’è il francese Mariette, uno dei più grandi archeologi, che abbia avuto l’Egitto, dove fonderà il Museo Egizio del CairoTallonato dagli inglesi Petrie e Budge, nonché dallo statunitense Breasted.

  Infine gli ultimi due personaggi: il naturalista francese Monod, autore di audaci méharées nel Sahara lunghe migliaia di chilometri, e il paleontologo britannico-kenyota Leakey, le cui “scoperte fossili in Africa hanno rivoluzionato il nostro concetto dello sviluppo umano”.
Trattando di esplorazioni, non posso fare a meno di citare alcuni aneddoti che mi riguardano personalmente. A cominciare dal fatto che, sia pure on line, anni addietro sono stato accettato come membro dallo storico Explorer’s Club di New York.

   Il primo risale agli ultimi anni della collaborazione al mio giornale, l’Osservatore Romano. Quando inaspettatamente scoprii in redazione, con indubbia soddisfazione, come fossi considerato l’Indiana Jones del quotidiano della Santa Sede. 

   In quel momento il pensiero mi riportò indietro di oltre una ventina d’anni. Allorché nel 1979, al mio rientro a Khartoum dalla prima ricerca sul campo a Malakal, cittadina sul Nilo Bianco (non ancora Sud Sudan, ma semplicemente Sudan meridionale…), il Direttore dell’Agip Sudan Ltd. mi svelò come nell’ambiente degli expatriates europei, dopo la mia determinata partenza per l’ignoto…, ero stato soprannominato: “Dr. Livingstone”. In effetti loro, che si spostavano nelle vicine oasi con almeno un paio di fuoristrada, cuoco e kit d’emergenza medico-chirurgica al seguito, erano rimasti “sconvolti” per il fatto che, poco dopo essere giunto nella capitale sudanese, ero intenzionato a spingermi per 850 km a sud, con un paio di valigie e il borsone con la pesante attrezzatura fotografica di quei tempi e il registratore. Attraversando in jeep il deserto fino a Kosti, per un’intera giornata. Per poi risalire lentamente il Nilo Bianco su un vecchio battello a pale posteriori, per quattro lunghissimi e straordinari giorni…

In ordine cronologico i loro nomi:
1. Ma'at-ka-Ra Hatshepsut, potente Faraone-donna, propugnatrice dei viaggi degli Egizi nel paese tropicale di Punt (penisola sudarabica, Somalia, stretto di Bab el-Mandeb, Africa orientale?!
2. Con un esercito si inoltrò profondamente nel Sahara, per imporre la Pax Romana ai Garamanti, leggendari conduttori di quadrighe nel deserto: Lucio Cornelio Balbo Minore
3. Un "intellettuale di frontiera", esempio vivente dell’incontro tra la tradizione arabo-islamica e il cambiamento euro-occidentale: Leo Africanus
4. Il cartografo della “Valle dei Re”. Al pastore, viaggiatore Richard Pococke si devono i primi studi descrittivi dell'Egitto antico
5. Dalle rive del Niger a Timbuctù: il grande esploratore scozzese Mungo Park
6. Due anni e mezzo nel Deserto. Primo europeo ad attraversare il Sahara nord-orientale fu il tedesco Friedrich Konrad Hornemann
7. Una "favola" perduta nel cuore del Sahara. L'esploratore francese Réné Caillé nel 1828 raggiunse la mitica città di Timbuctú
8. Un toscano al seguito di Champollion. Allievo del decifratore della stele di Rosetta, Ippolito Rosellini può dirsi padre dell'Egittologia italiana
9. Heinrich Barth, pioniere dell'esplorazione scientifica. Dal 1850 al 1855 lo studioso tedesco compì uno straordinario viaggio alla scoperta dei tesori segreti dell'Africa sahariana
Alle porte di Timbuctú, incisione dai Travels and Discoveries in North and Central Africa (1857-58)

10. Il sepolcreto del Toro Api, una delle più singolari scoperte dell'Egitto antico, dovuta all'archeologo autodidatta Auguste Mariette
Seduti, da sinistra: Auguste Mariette, Dona Josefina da Fonseca Costa, lady-in-waiting dell’Imperatrice, il Barone Luís Pedreira do Couto Ferraz, l’Imperatrice Teresa Cristina, un uomo non identificato, l’Imperatore Dom Pedro II of Brazil, 1871(foto M. Delie & E. Bechard, Rio de Janeiro: Fundação Biblioteca Nacional)

11. Un unico obiettivo perseguito con tenacia: dare una risposta all'enigma delle sorgenti del Nilo: John Hanning Speke
12. Quell'intrepido toscano tra i cannibali Niam Niam: Carlo Piaggia, esploratore italiano, che visitò gran parte dell'Africa nilotica
13. Nella terra dei gorilla e dei pigmei, l'avventuroso ed enigmatico esploratore franco-americano Paul Belloni Du Chaillu
14. Alla scoperta dell'Africa con battelli pieghevoli, champagne e posate d'argento: Henry Morton Stanley
15. Oltre le cateratte del fiume Congo: il grande esploratore italiano, naturalizzato francese, Pietro Savorgnan di Brazzà
16. Un gigante dell'EgittologiaSir William M. F. Petrie, intrepido viaggiatore e autore di grandi imprese archeologiche
17. Bizzarrie di un egittologo: Ernest Alfred Wallis Budge, una delle più controverse figure dell’archeologia britannica
18. Un insolito esploratore in terra d'Africa: Harry H. Johnston, singolare figura di naturalista, linguista, pittore e scrittore
Coppia sposata appartenente ai Bantu Kavirondo. Foto Johnston
(da: Women of all nations, a record of their characteristics, habits, manners, customs and influence, 1908)
19. Seimila chilometri di giungla portando sulle spalle un battello a vapore smontato. Nel Sudan meridionale, sulle tracce dell'ottocentesca "Spedizione" di Jean-Baptiste Marchand

"JEAN-BAPTISTE MARCHAND, 1863-1934

   A volte la Storia con la S maiuscola è stata scritta in posti del tutto anonimi e remoti, sconosciuti e selvaggi, lontani dalla cosiddetta "civiltà". Spesso persino difficili da raggiungere, non solo per gli ostacoli che frappone la natura.

Improvvisamente ecco arrivare l'Evento

  È incredibile, ma riesce a trasformare quel luogo "impossibile" in un simbolo. Nel nostro caso anche straordinariamente affascinante. Certo, se le cose fossero andate differentemente, il tutto avrebbe potuto assumere tinte più forti e fosche, se non terribili. Poiché la sua carica dirompente avrebbe potuto coinvolgere tragicamente l'esistenza di milioni di persone...

   Ecco le coordinate geo-temporali della nostra località: un villaggio indigeno posto lungo il corso di un fiume importante, ma a diverse centinaia di chilometri di distanza dal primo centro urbano degno di questo nome e situato all'interno di una regione africana pressoché isolata dal mondo esterno. Da molti anni ormai è infatti sanguinosamente sfuggita di mano agli artigli delle potenze coloniali europee. In quell'epoca, perciò, il villaggio è totalmente irraggiungibile per gli esploratori e i militari europei.

   Poi, dopo una lunga stagnazione, ecco che tutto ad un tratto la storia si rimette in marcia, a nord come nel sud. Dapprima lentamente, poi sempre più freneticamente. L'abbrivo è forte. Gli attori sono diversi: sudanesi, egiziani, turchi, inglesi, francesi. La posta in gioco è altissima: la riconquista dell'immenso territorio del Sudan. Ma potrebbe essere ancora più elevata, quando in discussione sarà messo il prestigio di una grande e orgogliosa nazione come l'Inghilterra, per colpa di un pugno di eroici francesi, che hanno effettuato un'autentica Mission Impossible. La loro è stata realmente un'impresa incredibile... Espletata da uomini ben motivati e altamente addestrati che, partendo da molto lontano, dalle sponde dell'Atlantico, sono arrivati in quello sperduto villaggio del Sud Sudan.
La spedizione Marchand in marcia

   La non nascosta intenzione di quel pugno di arditi è di inchiodare un intero esercito europeo nel nord del paeseOstacolando seriamente la realizzazione del vecchio sogno imperialista inglese di costruire una via - e una colonizzazione - Cairo-Capo. E rimpinguando, in tal modo, il bottino coloniale del governo di Parigi, con un'omologa unificazione coloniale Dakar-Gibuti. Tutto ciò quando l'Inghilterra, a distanza di tredici anni, cerca di rimediare all'onta subita nel 1885 per la presa di Khartoum e l'uccisione del grande Gordon Pasha, ad opera dei seguaci del Mahdi - il “ben guidato”, il profeta - Mohammed Ahmed ibn Seyyid Abdullah. Va ricordato come per l'Africa intera l'epopea della Mahdiyya abbia rappresentato uno dei più grandi ed autentici fermenti nazional-religiosi a carattere anticoloniale del XIX secolo.

   Ma restiamo ai fatti:
   “Gli inglesi e i francesi stanno venendo sul Nilo Bianco da est e da ovest (...) Ho mandato il mio esercito lungo il Nilo Bianco, sii attento e non degnare di attenzione le storie di mercanti che hanno un loro (...) scopo (...) Sii forte e non permettere agli stranieri di farci disperare (...) Ti ho mandato un messaggero (…)

   Così lessi in un vecchio manoscritto arabo da me rintracciato nell'Archivio dell'Università di Durham (Inghilterra settentrionale). È una lettera di un capo mahdista del settembre del 1898 inviata ad Omdurman al Califfo Abd Allahi Muhammad Turshain, che nel 1885 aveva preso il posto del Mahdi deceduto. Sia pure in ritardo lo avvisa dell'avvicinarsi degli inglesi di Kitchener, che già occupano Omdurman, ma anche della straordinaria presenza nella regione del Nilo Superiore di un pugno di soldati francesi.

(...) Nella mia ultima sessione di ricerca nel Sud Sudan (1980-1981) ebbi la possibilità di recarmi a Fashoda (...)

La residenza del Capitano Marchand sulla sommità di una collinetta
(© Franco Pelliccioni)
(...) All'ispettore, che preventivamente lesse, approvandolo, il testo delle domande da rivolgere al monarca, manifestai il desiderio di visitare il forte Marchand, che secondo la mia carta topografica del 1975, doveva pur essere nei paraggi. Ad una cinquantina di metri dal Rural Council, dove in quel momento mi trovavo, cioè dal centro della cittadina, sorgeva infatti una bassa costruzione, non troppo mal ridotta e di puro stampo coloniale. Era tuttora abitata. Quella, mi riferì l'ispettore, era stata la residenza di Marchand (...) 
   In seguito verrò accompagnato al locale posto di polizia, cioè a quello che era stato il quartiere generale di Marchand. Dall'alto di una delle pareti esterne, una placca del 1898 ricordava la brillante impresa francese. Considerato l'assoluto divieto esistente in Sudan di fotografare edifici militari o della polizia, la potrò riprendere solo dopo che l'ispettore fornirà esaurienti spiegazioni, sulla mia presenza e su quelli che erano i miei scopi, ai poliziotti seduti nell'attigua veranda".  
20. Come l'antico Egitto incantò gli Stati Uniti: James Breasted, probabilmente il più grande egittologo che abbia avuto l'America
21. Tra passioni e avventure dipanatesi tra Europa e Nord-Africa il passaggio della misteriosa “meteora” Isabelle Eberhardt: sahariana e spia francese, scrittrice e corrispondente di guerra, agente della resistenza araba, fervente musulmana sufi
22. Alla ricerca dell’oasi perduta di Zerzura e dell’armata persiana di Cambise, scomparsa nel Deserto Libico nel 525 a.C. Le spedizioni di László Almásy, l’autentico “Paziente Inglese”, nel “Grande Mare di Sabbia” egiziano

"LÁSZLÓ ALMÁSY, 1895-1951

Al romanzo e al film pluri-Oscar Paziente Inglese non necessitavano, certo, “aggiunte” fantasiose. Bastando la vita reale, di per sé già così straordinaria, di questo singolare personaggio, giustamente ricordato nei libri di Storia delle Esplorazioni: László Almásy. Un borghese diventato Conte per aver cercato per due volte, nel 1921, di accompagnare a Budapest in macchina il successore di Francesco Giuseppe, Carlo I d’Asburgo. Intenzionato a restaurare la monarchia ungherese, non avendo abdicato, come re d’Ungheria, dopo la proclamazione della repubblica austriaca (1918)!

Appassionato di caccia, automobili e aerei, a lungo esplorerà il Sahara egiziano-sudanese. Andando instancabilmente alla ricerca del “paradiso perduto” del deserto: la «favolosa oasi» di Zerzura (“degli uccelli”), con la sua misteriosa città bianca e forzieri stracolmi di sfavillanti pietre preziose e di perle di incommensurabile valore. Tanto da essere inevitabilmente cooptato in un Club assai snob e particolare, avendo un mito come fine: lo Shepheard's Hotel del Cairo. Il luogo più famoso della città dopo le piramidi…. Un club esclusivo che, tra i suoi membri, ha nobili egiziani, esploratori, piloti d’aereo e archeologi.

Lo Shepheard's hotel (Cairo), inizio '900
.
Il tenente colonnello dell’aviazione britannica Penderel prossimo all’atterraggio a Jebel Kissu su un aereo da trasporto Vickers Victoria, utilizzato per ricognizioni aeree nel Gilf Kebir (1932). Membro del Club di Zerzura, sempre come pilota parteciperà a diverse spedizioni di Almásy

23. Il Vecchio" del deserto che scandagliò i mari: Théodore Monod, poliedrica e straordinaria figura di viaggiatore e di scienziato
24. Alla scoperta dell'ominide più antico: il paleontologo Louis Leakey, iniziatore degli studi nel celebre sito di Olduvai in Tanzania
25. L'invincibile attrazione per gli immensi spazi, dove assoluto domina il silenzio: Roger Frison-Roche

ALLA SCOPERTA DEL MONDO. VOL.2 AFRICA
Archeologi, Esploratori, Grandi Viaggiatori,Geologi, Naturalisti, Paletnologi
E.Book e versione cartacea in bianco e nero di grandi dimensioni (16,99 x 1,17 x 24,41), 224 pp., 109 note,  bibliografia, 179 immagini (20 sono dell'A.) 
SOMMARIO

INTRODUZIONE 

1. MA'AT-KA-RA HATSHEPSUT, 1501-1479 a. C.
Deir al-Bahri nei pressi di Luxor: una ricognizione delle pitture a rilievo che raccontano i viaggi degli antichi egizi 
Verso la Terra tropicale di Punt 
Il “racconto” continua sulle mura di Deir al-Bahri 

2. LUCIO CORNELIO BALBO MINORE, ca. 55-ca. 13 a.C. 
La spedizione punitiva contro i Garamanti nel Sahara 

3. LEO AFRICANUS (al-Hasan ben Muhammad el-Wazzân al-Fasi), 1494-1554 
Iniziano i viaggi 
Catturato dai corsari cristiani 
A Rodi e Roma 
La Descrizione dell’Africa…

4. RICHARD POCOCKE, 1704-1765 
Viaggio in Oriente, 1737-1742 

5. MUNGO PARK, 1771-1806 
Alla scoperta del fiume Niger, 1794-1797 
La seconda spedizione sul fiume Niger, 1805-1806 

6. FRIEDRICH KONRAD HORNEMANN, 1772-1801 
Nel Sahara, 1798-1801 

7. RENÉ CAILLÉ, 1800-1838 
Verso Timbuctú, 1827-1828 

8. IPPOLITO ROSELLINI, 1800-1843 
In Egitto con Champollion, 1828-29 
L’arrivo ad Abu Simbel, 1828 

9. HEINRICH BARTH, 1821-1865 
Spagna, Maghreb, Libia, Egitto, Palestina, Asia Minore, Grecia 
Nel Sahara, 1850-55 
La rivalutazione della storia e delle culture dell’Africa 

10. AUGUSTE MARIETTE, 1821-1881 
In Egitto tra gli antichi papiri egizi, 1850 
La scoperta del Serapeum 

11. JOHN HANNING SPEKE, 1827-1864 
Con Burton alla scoperta delle sorgenti del Nilo: i laghi Tanganyika e Vittoria 
Con Grant di nuovo al lago Vittoria, scopre infine la sorgente del Nilo 

12. CARLO PIAGGIA, 1827-1882 
Tunisia, Egitto e Sudan 
In Sudan, tra i “famigerati” cannibali Niam Niam 
Tra Eritrea, Etiopia e Sudan 
Ancora in Sudan 

13. PAUL BELLONI DU CHAILLU, 1835? -1903 
Nell’Africa Equatoriale Francese alla ricerca dei gorilla, 1855-59 
Di nuovo in Africa, 1863-65 
Scandinavia, Danimarca, Finlandia, Russia 

14. HENRY MORTON STANLEY, 1841-1904 
Combattente nella Guerra civile americana; giornalista nel West; corrispondente di guerra in Abissinia 
Il “binomio” Livingstone-Stanley 
“Ma trovate Livingstone”! 
Una traversata est-ovest del Continente Nero lunga 8.000 km 
Si parte da Zanzibar 114
In Congo al servizio del re del Belgio, 1879-1884 
2.400 chilometri per soccorrere Emin Pasha: Zanzibar, Congo, Ruwenzori, lago Alberto, 1887-1889 

15. PIETRO SAVORGNAN DI BRAZZA', 1852-1905 
In Gabon e, poi, la risalita del fiume Ogooué 
Ancora sull’Ogooué 
L’incontro con Stanley 
La Missione nell'Occidente Africano 
Commissario Generale di Gabon e Congo 

16. SIR WILLIAM MATTHEW FLINDERS PETRIE, 1853-1942 
Prima Stonehenge, poi Giza, in Egitto 
Egitto, Grecia e Palestina

17. SIR E. A. WALLIS BUDGE, 1857-1934 
Egitto, Sudan e Iraq 

18. HARRY HAMILTON JOHNSTON, 1858-1927 
Nord Africa, Africa occidentale portoghese, Congo, Tanzania, 1879-1884 
Camerun, Protettorato della Costa del Niger, Mozambico, spedizione ai laghi Nyasa e Tanganyika (e Protettorato dell'Africa Centrale Britannica), Reggenza di Tunisi, Special Commissioner del Protettorato dell'Uganda, 1885-1901 
Nelle giungle del Congo scopre l'Okapi Johnstoni, metà giraffa, metà zebra 
L’Okapi 

19. JEAN-BAPTISTE MARCHAND, 1863-1934 
La Mission Congo-Nil giunge a Fashoda, sul Nilo Bianco (Sudan) 
La visita di Fashoda nel corso della mia seconda sessione di ricerca antropologica sul campo a Malakal 

20. JAMES BREASTED, 1865-1935 
La spedizione epigrafica in Egitto e Sudan del 1905-07 
Primo survey archeologico di Egitto e Asia occidentale, 1919-20 
Spedizioni in Palestina e Turchia, 1925 

21. ISABELLE EBERHARDT, 1877-1904 
Tra Maghreb, Svizzera, Francia e Italia, 1897-1899 
In Algeria, 1900-1904 

22. LÁSZLÓ ALMÁSY, 1895-1951 
Tra Egitto e Sudan,1926-1927; la traversata Kenya-Sudan, 1929 
Nell’Egitto sudoccidentale alla ricerca di Zerzura, la favolosa “oasi delle tre valli”, 1930… 
Le spedizioni continuano, 1932-33, 1934-35 
Attraverso il Grande Mare di Sabbia, 1935 
L’incredibile operazione Salaam per conto dell’Afrika Korps di Rommel 

22.1. LA SCOMPARSA DELL’ARMATA DI CAMBISE NEL DESERTO LIBICO: LEGGENDA O REALTA’? 

23. THÉODORE MONOD, 1902-2000 
Mauritania e Sahara occidentale, 1922, 1927-28 
Sahara, 1929-1964

24. LOUIS LEAKEY, 1903-1972 
Le spedizioni paleontologiche in Africa, 1923, 1926-35 
La scoperta dello Zinjanthropus boisei, Tanzania, 1959 

25. ROGER FRISON-ROCHE, 1906-1999 
Alpi Savoiarde 
Sahara 
Ancora nel Sahara, 1948 e 1950; in Lapponia, 1956
Spedizione Berliet Ténéré-Ciad, 1959-1960
Artico canadese, 1966, 1969 
Sahara, 1975 

BIBLIOGRAFIA

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PAGINA AUTORE ITALIA;

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130.ALLA SCOPERTA DEL MONDO. Archeologi, Esploratori, Grandi Viaggiatori, Geologi, Naturalisti, Paletnologi. Vol. 1: EUROPA – ASIA

 

Donna hawaiana (incisione da: Isabella Lucy Bird, The Hawaiian  Archipelago: Six Months among the Palm Groves, Coral Reefs, and Volcanoes of the Sandwich Islands, 1875)

Il presente volume è il primo di una tetralogia, dove trovano la loro collocazione gli Archeologi, Esploratori e Grandi Viaggiatori, Geologi, Naturalisti, Paletnologi, personaggi che non figurano nelle trilogie dei Navigatori e degli Antropologi. Li ho inseriti in ordine strettamente cronologico, in base ai continenti da loro “esplorati”.

  Ecco i 22 personaggi, che figurano nel I volume: EUROPA-ASIA

EUROPA

1. Il "padre" dell'etnologia italiana: Luigi Pigorini, grande studioso di scienze antropologiche e fondatore del Museo Nazionale di Preistoria ed Etnografia

2. Alla scoperta del mitico labirinto. È all'archeologo inglese Sir Arthur Evans cui si devono le principali scoperte della civiltà cretese

3. Vere Gordon Childe, il padre dell’archeologia preistorica. Uno dei massimi studiosi di scienze umane dell’età contemporanea

ASIA

4. Un francescano "ai confini del mondo": fra Giovanni da Pian del Carpine, esploratore e missionario in Mongolia

5. Il grande viaggiatore medievale di terra e di mare Abu Abdullah Muhammad Ibn Battuta, il "Marco Polo" dei Berberi

6. Le avventure di un bolognese alla scoperta dell'«Arabia felice». All’inizio del XVI secolo si compiva il viaggio leggendario in Oriente e “ai confini del mondo” di Ludovico de Varthema

7. La scoperta della Beringia (80 anni prima che si chiamasse così...) risale al cosacco Semion Ivanovich Dezhnev, che nel '600 raggiunse la punta estrema dell'Asia e i territori dell'Alaska 

8. Gli avventurosi viaggi attorno al mondo della signora viennese Ida Pfeiffer

9. "Assurbanipal abitava proprio lì”: quando il gentleman Sir Austen Layard, archeologo dilettante, scoprì le rovine di Ninive

10. La curiosità senza confini della viaggiatrice "vittoriana" Isabella Lucy Bird, la cui salute cagionevole non le impedì di esplorare Paesi ancora ignoti alla cultura occidentale

11. Ferdinand von Richthofenzio del “Barone Rosso”, il famoso asso dell’aviazione germanica della Grande Guerra, ma anche “maestro” di Sven Hedin a Berlino. A lui si deve il termine Seidenstraße, la “Via della Seta”. 7.000 km di vie carovaniere, che hanno unito Oriente e Occidente, il Pacifico al Mediterraneo

12. Charles Montagu Doughty, pioniere "cristiano” dell'esplorazione in Arabia e "musa ispiratrice" di Thomas Edward Lawrence (d’Arabia…)

13. Una piccola europea sul Tetto del Mondo: Annie Royle Taylor, missionaria e esploratrice inglese, prima occidentale a visitare il Tibet 

Musici girovaghi tibetani
(da:Annie Taylor, Pioneering in Tibet, Londra, s.d.)

14. Quei "raids” lungo i perduti tracciati della Via della Seta di Sir Aurel Stein, “colosso dell’archeologia e dell’esplorazione asiatica

   "Nel 1930 Sir Aurel Stein, un Grande dell’archeologia e dell’esplorazione, doveva effettuare quella che sarebbe stata la sua quarta spedizione in Asia centrale, alla ricerca di antiche strade carovaniere tra Cina e Occidente. Purtroppo fallì miseramente! Profondamente umiliato, Stein non scriverà, né farà mai riferimento ad essa, né sarà menzionata nel suo necrologio… 

   D'altronde non fu certo colpa sua se in Cina era scoppiata una rivalità, prima tra diplomatici britannici e statunitensi, poi tra il Fogg Museum (Harvard) e il British (Londra), infine tra i due sponsors di Harvard... Nel conto va anche aggiunto un tardivo risveglio nazionalistico, che bruscamente spariglierà le carte sulla tavola dell’archeologia, cambiando radicalmente le regole del gioco. Perché dalla metà degli anni ‘1920 la Cina aveva cominciato a mostrarsi assai sensibile all’ingresso degli stranieri e, raramente, rilasciava permessi di ricerca. Meno che mai a lui… A seconda dell’angolazione visiva, difatti il nostro personaggio ha una doppia reputazione.

   In Occidente è considerato uno dei più grandi archeologi, geografi ed esploratori del XX secolo e la massima Autorità nel campo degli studi centro-asiatici: “gli eccellenti lavori di Sir Aurel Stein contribuirono a far luce sull’archeologia dell’India, dell’Iran e dell’Asia centrale. Era un viaggiatore infaticabile”.

   In Cina è, invece, il più malvagio tra i “diavoli stranieri”, che razziarono i loro tesori. Un imperialista, che li aveva derubati della loro storia. Portando via enormi pitture murali, sculture, preziosi manoscritti e antiche sete. Oltre al primo libro stampato al mondo, oggi orgoglio della British Library. Anni addietro la BBC lo definiva: The original Chinese Takeaway: “l’originale porta-via cinese”!

   Dunque, Stein è un eroe, o un gran “ladrone”?

   Allora solo “sottovoce” si parlava di eventuali restituzioni del “maltolto”. Non essendoci richieste ufficiali da parte cinese. Anche se a partire dal 2014 la Cina ha cercato di “cambiare indirizzo”, per rientrare in possesso di ciò che appartiene al proprio Patrimonio storico, artistico e culturale. Purtroppo, rileva Peter Neville-Hadley nel suo illuminante articolo del 2017, quello cinese è solo un wishful thinking. Perché, anche avendo aderito nel 1989 alla Convenzione dell’UNESCO del 1970 sull’illecito trasferimento di “proprietà culturali rubate”, il periodo antecedente al 1970 è comunque escluso dall’accordo.

Stein al tavolo di lavoro, 1915. Spedizione del 1913-1916 
  (Pamir, Buhara,  Amudarja, Sistan, Afghanistan, Indo)

   Sempre tornando a parlare di Stein, va ricordato come gli stessi studiosi cinesi ammettano come lo sviluppo archeologico della regione debba essere ascritto proprio a lui. Pur criticandone, ovviamente, i metodi “distruttivi e di rapina”. D’altronde era del tutto “normale” ciò che all’epoca faceva Stein. L’alternativa era la distruzione della collezione. Mai si erano mossi i funzionari cinesi, che conoscevano bene le caverne di Tunhwang, oggetto del contendere. I reperti perciò potevano essere svenduti. Nel 1920 le caverne rimasero gravemente danneggiate dai Russi bianchi in fuga e negli anni ‘1930 la guerra sino-giapponese avrebbe fatto la sua parte...

Affresco murale buddista a Tunhwang
   Del resto l’unica aspirazione di Stein è quella di conoscere il passato delle grandi civiltà, “conducendo i raids più audaci e temerari nel mondo antico che qualsiasi archeologo abbia mai tentato”. Raids anche nel senso stretto di razzie... Perché Stein non è uomo da scavi senza fine, o da tavolino. Comunque ciò che riporta alla luce (e a casa) è per sempre assicurato all’Umanità… 
   Così riempirà le sale del British Museum e del National Museum di Delhi, ma suoi reperti si trovano oggi anche a Parigi, San Pietroburgo e Kyoto!
   (...) Sir Aurel Stein è stato molto più di un cercatore di tesori e di una mera pedina nel Great Game russo-britannico. È un archeologo genuino, che scopre i siti grazie a quanto ha appreso dai libri, compresi quelli di Marco Polo e di Hsüan-Tsang (Memorie sui paesi occidentali). Localizza la famosa Porta di Giada, che marcava la fine della Cina e l’inizio dei Reami Occidentali, nonché la cinta muraria di confine, costruita sotto la dinastia Ch’in (249-206 a.C.), per controllare i nomadi e proteggere le comunicazioni.
   Le sue spedizioni nella Serindia, la sterminata regione tra Cina ed India, che chiama così nel 1921, sono autentiche imprese epiche, effettuate principalmente lungo i dimenticati tracciati della Via della Seta, aperta all’epoca degli Han (viaggio di Chang Ch’ien del 138 a.C.). 
   Certosinamente ricostruisce le culture fiorite lungo un percorso, che vedrà il passaggio di sete orientali e di vetrerie europee, ma anche di religioni, lingue, arti, imperi, perfino epidemie. Tutto ebbe origine, o si propagò, lungo di essa: le diverse civiltà, i sincretismi indo-persiani, la Cina, il mondo ellenistico, turco, tibetano, le conquiste e il tracollo dei popoli nomadi, le conversioni religiose, gli intrighi politici. 
   Gradualmente il commercio, che la originò, preferirà utilizzare le più sicure vie marittime. Così la strada decadrà lentamente, per poi morire. Scomparendo nel nulla e nell’oblio delle genti. Sorte condivisa da città importanti, per secoli rimaste silenti sotto la spessa coltre di sabbie infuocate. Dove si preserveranno incredibilmente immacolate per i posteri indagatori...".

15. L'avventura di un inglese in Tibet: Francis Younghusband, tra i primi occidentali a entrare nella mitica città di Lhasa

16. Uno svedese sul "Tetto del Mondo": Sven Hedin, uno dei maggiori esploratori di tutti i tempi

Festa popolare a Shigatse, Tibet
(incisione dal libro di Sven HedinTranshimalaja. Entdeckungen und Abenteuer in Tibet, Lipsia, 3 voll., 1909-1912)

17. Nel complicato scacchiere dell'ex Impero Ottomano la "regina" era una temeraria archeologa inglese: l’esploratrice Gertrude Bell ebbe un ruolo di spicco nella storia mediorientale del primo Novecento

18. Alexandra David-Néelesploratrice, spiritualista, buddista, anarchica, libera pensatrice e… “vagabonda nell’anima”

19. Dalle cime del Karakoram alle sponde del Lago Tana: la lunga serie delle esplorazioni del geografo, alpinista e scrittore Giotto Dainelli

Danze sacre nel monastero tibetano di Prang
(Karakoram orientale, 1930). Foto Dainelli

20. L’archeologo inglese Leonard Woolley, tra le rovine di Ur dei Caldei, in Mesopotamia

21. L'ansia di viaggiare spinse la “nomade appassionata” Freya Stark, un blend tra Indiana Jones e Mata Hariverso l'«ignoto» geografico e l'«altro» culturale

22. Ella Maillart, avventurosa e straordinaria esploratrice, fotografa e scrittrice di viaggi

Ella Maillart e Peter Fleming a Gilgit, in India (1935)

                               "Cina e la Via della Seta, 1934-1935

   Nel 1934-35 il Petit Parisien, specializzato in grandi reportages, la invia in Cina per un’inchiesta sulla Manciuria occupata dai giapponesi. A Pechino incontra Peter Fleming, un brillante giornalista del Times di Londra, fratello del più celebre Ian, il creatore di James Bond. Ella è però interessata al Turkestan cinese (od orientale). Regione completamente interdetta agli stranieri. Nessuno sa ciò che vi è successo da quattro anni. Decide di andarci e di guadagnare l’India attraverso Sinkiang (Xīnjiāng) e Karakoram. Tra l’altro ha l’insperata opportunità di ottenere consigli dal celebre Sven Hedin, anche lui nella capitale cinese. 

   Assieme a Fleming, la Maillart dovrà passare per il nord del Tibet e dello Tsaidam (Cháidámù Péndì), percorrendo un itinerario talmente infido, da non essere neppure proibito dal governo cinese. Provvisti di permesso per la regione del Koko Nor (Qinghai Hu), i due lasciano Pechino per la Cina interna nel gennaio del 1935. 

   Da lì, cercando di eludere i controlli militari e le autorità governative, si lanceranno verso “l'inconnu démesuré”. A piedi e a dorso di mulo attraversano gli altopiani dello Tsaidam, caratterizzati dall’estremo: povertà e clima. Giunti nel Sinkiang (Xinjiang), si portano attraverso la storica Via della Seta nel Pamir. Otto mesi dopo sono a Srinagar, nel Kashmir indiano: hanno brillantemente attraversato una delle regioni più segrete del mondo…"

Da: ALLA SCOPERTA DEL MONDO. Archeologi, Esploratori, Grandi Viaggiatori, Geologi, Naturalisti, Paletnologi. 

Vol. 1: EUROPA – ASIA

E-Book, versione cartacea in bianco e nero di grandi dimensioni (16,99 x 1,17 x 24,41), 205 pp., 58 note, 143 immagini (6 sono dell'A.)



E.Book: https://www.amazon.it/dp/B07MGDKQKD


Versione cartacea:  https://www.amazon.it/dp/1794173943


SOMMARIO

INTRODUZIONE

EUROPA 

1. LUIGI PIGORINI, 1842-1925 

Fondatore della Società Italiana di Antropologia, 1870 

Fondatore del Museo Nazionale di Preistoria ed Etnografia, 1876 

2. ARTHUR EVANS, 1851-1941 

Prologo 

Atto Unico 

Evans, Grecia e i Micenei, 1883 

Schliemann a Creta, 1883 

Evans a Creta, 1894 

Ritorno a Creta, 1900 (Campagne di scavo 1900-1913; 1922-1930) 

3. VERE GORDON CHILDE, 1892-1957

Lo scavo archeologico di Skara Brae, isole Orcadi, Scozia, 1928-1930 

ASIA 

4. FRA GIOVANNI DA PIAN DEL CÀRPINE, ca. 1180-1252 

Ambasciatore del Papa tra i Tatari del Gran Khan, 1245-1247 

Mongolia, 1246

Il ritorno, 1246-1247 

5. ABU ABDULLAH MUHAMMAD IBN BATTUTA, 1304-1369 

Africa, Asia, Europa, 1325-1353 

India, Ceylon, Maldive 

“Ai confini del mondo” della Dar al-Islām: Cina 

Marocco, 1349 e Mali, 1352-1353 

6. LUDOVICO DE VARTHEMA, ca. 1470-1517

Pellegrinaggio alla Mecca, 1503

Il viaggio ai “confini del mondo”, 1502-1508 

Yemen, India, Persia 

Ceylon, Birmania, Indonesia 

Rientro in Europa 

7. SEMION IVANOVICH DEZHNEV, ca. 1605-1673 

Siberia, 1630-1643 

Le esplorazioni del Far East siberiano, 1647, 1648-1664 

8. IDA PFEIFFER, 1797-1858 

In Terrasanta (Costantinopoli ed Egitto), 1842 

In Islanda, 1845

Il primo viaggio intorno al mondo, 1846-1848

In Brasile, 1846 

Continua il viaggio in Sud America, 1847

Tahiti, 1847 

In Cina (e i pirati), 1847 

Singapore, Ceylon, India, 1847,1848

In navigazione verso il Medio Oriente, scoppia il vaiolo a bordo, 1848

Russia e Turchia. Ancora in navigazione, scoppia il colera, 1848

Il secondo giro del mondo 1851-1854: Africa, Indie Orientali olandesi, Australia, Stati Uniti, Sud America

L’ultimo viaggio: Mauritius e Madagascar, 1856-1858

9. SIR AUSTEN HENRY LAYARD, 1817-1894 

I viaggi nel Vicino Oriente, 1839-1841 

Costantinopoli, Iraq (Nimrud), 1842-1847 

Babilonia, Ninive, 1848-1851

10. ISABELLA LUCY BIRD, 1831-1904 

In Nord America, 1854,1857 

La tempesta nel Pacifico, 1873 

Giappone, 1878 

In navigazione verso la Cina (pronti a difendersi dai pirati cinesi) e la Malesia, 1878,1879 

India e Ladakh, 1889 

Cina e Corea, 1894 

11. FERDINAND VON RICHTHOFEN, 1833-1905 

La Via della Seta 

L’enigma geografico del lago Lop Nor, il “lago errante” di Sven Hedin, e la diatriba Richthofen-Przhevalskii 

Ferdinand von Richthofen 

California, 1862-1868 

Sette spedizioni in Cina, 1868-1872 

La spedizione del 1871 

La carriera universitaria, 1872-1905 

La sua Opera Magna: China, 1887-1885 

12. CHARLES MONTAGU DOUGHTY, 1843-1926 

Il pellegrinaggio alla Mecca, 1876 

Il racconto 

13. ANNIE TAYLOR, 1855-1922 

Cina, 1884-1886 

Australia, India e Sikkim, 1888-1891 

Verso il Tibet (e Lhasa), 1891, 1892, 1893 

Sikkim, 1894 

14. SIR AUREL STEIN, 1862-1943 

In Asia: Oriental College (1888-1899), Spedizioni in Cina (1900, 1906-08, 1913-1916), Indian Archaeological Survey (1910-1929) 

15. FRANCIS EDWARD YOUNGHUSBAND, 1863-1942 

Himalaya, Manciuria, Gobi, Takla Makan, Karakoram, 1884, 1886, 1889 

Il Great Game russo-britannico versus Tibet, 1898-1904 

In Tibet, 1903-1904 

16. SVEN ANDERS HEDIN,1865-1952 

Persia e Turkestan occidentale, 1890-1891 

Lungo la Via della Seta, via Lop Nor e Tibet, fino a Pechino, 1893-1897 

Nel deserto del Takla Makan, 1899-1902 

Persia, India e otto traversate della Transhimalaya 

Cina, Mongolia, Tibet, 1926-1931 

Nel Sinkiang, 1933-1935 

17. GERTRUDE BELL, 1868-1926 

Un primo viaggio intorno al mondo è seguito da tours in Grecia e Medio Oriente, scalate sulle Alpi, poi Algeri, Napoli, Malta, Palestina, 1897-1902 

Un secondo giro del mondo. Quindi ancora Medio Oriente e, poi, Turchia e Mesopotamia. L’incontro con Thomas Edward Lawrence, 1903-1911 

Attraversato il deserto dell’Arabia, al Cairo entra a far parte dell’Arab Bureau, assieme a Lawrence, 1914-1917 

La Conferenza della Pace di Parigi, 1919 

18. ALEXANDRA DAVID-NÉEL, 1868-1969 

Ceylon, India, Belgio, Francia, Tonchino, Atene, Tunisi, 1891-1911 

Ceylon, India (Sikkim e Himalaia), 1911-1916 

Nel Tibet, 1916 

In Giappone, Cina e nuovamente in Tibet, a Lhasa, 1916-1924 

Francia, Russia, Cina, India, 1924-1946 

19. GIOTTO DAINELLI, 1878-1968 

Eritrea centrale e Dancalia, 1905 

Himalaya, Karakoram, 1913-1914 

Karakoram orientale, 1930 

Missione di Studio al Lago Tana, Etiopia, 1936 

20. LEONARD WOOLLEY, 1880-1960 

Nubia sudanese, 1907, 1911 

Scavi a Carchemish, Siria, 1912-1919 (con interruzioni: survey Palestinese, ufficiale dell’Intelligence, prigioniero di guerra in Turchia) 

Scavi a Tell el-Amarna, Egitto, 1921-22 

Dodici campagne ad Ur e Ubaid, Iraq, 1922-1934 

Al-Mina, Tell Atchana, 1936, 1937-39, 1946-49 

21. FREYA STARK, 1893-1993 

Parigi, Asolo, Londra, Bologna, Carso, Alpi, Londra, 1893-1925 

Libano e Siria, 1927,1928 

Iraq e Persia, alla ricerca della “Valle degli Assassini”, 1929, 1930 

Ancora in Iraq e Persia, 1931-1933 

Nell’Arabia Felix, 1935 

Lo Yemen e la Via dell’Incenso, 1937 

Aden, Egitto, Iraq, India, 1939-1943 

Asolo, Antigua, Cirenaica, Turchia, Cipro, Europa, Yemen, Persia, Usa, Asia Centrale, India, Nord-Africa, dal 1945 

22. ELLA MAILLART, 1903-1997 

Navigando nel Mediterraneo e in Atlantico, 1922-1924 

In Russia, 1930, 1932 

Cina e la Via della Seta, 1934-1935 

Libano, Turchia, India, Iran, Afghanistan, 1936, 1937; 1939-1945 

Nel Vallese e poi in Nepal, 1946, 1951 

BIBLIOGRAFIA

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PAGINA AUTORE ITALIA;

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